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Vini Selvaggi a Roma

Vini Selvaggi 2024 a Roma

Non solo vini naturali, ma proprio vini selvaggi a Roma. Almeno così sono definiti i vini nel titolo della manifestazione romana ad essi dedicata. Una manifestazione “alternativa”, che ha saputo catturare l’interesse di centinaia di giovani.

Che io non sia amante dei cosiddetti ed autoproclamati “vini naturali” è cosa risaputa. È per questo che, quando dalla redazione di DoctorWine è imperiosamente giunta l’indicazione che avrei dovuto seguire la manifestazione Vini Selvaggi – Fiera Indipendente dei Vini Naturali, sono rimasto letteralmente esterrefatto! 

Vini Selvaggi 2024 Roma schermo


I motivi della mia granitica avversità sono di due categorie:
organolettici e filosofici. Per quanto riguarda la parte organolettica, appartengo fieramente alla famiglia degli amanti dei vini classicamente buoni, ben fatti e almeno privi di difetti. Per l’aspetto filosofico aborro chi si autoproclama furbescamente come “naturale” in contrapposizione a tutti gli altri che di conseguenza sarebbero automaticamente “innaturali” o “non naturali”.

Ecco, se dovessi preventivamente dire su cosa verterà questo pezzo, dovrei dire che gireremo più volte attorno alla furbizia. A volte anche piuttosto scaltra.

Vini Selvaggi 2024 produttori
Vini Selvaggi 2024 produttori


Devo dire che è un mondo che conosco relativamente poco e dunque prima di andarci mi sono molto
documentato e ad alcuni amici amanti del genere ho chiesto quali vini e di quale produttore sarei dovuto andare ad assaggiare. Le indicazioni sono state molteplici e con una differente scala di avvertimenti preventivi. Alcuni sono arrivati a dirmi che secondo loro determinati produttori, pur se a loro piacevano, a me non sarebbero assolutamente piaciuti. E dunque avrei dovuto evitare di berne i vini. 

Volutamente alternativa

Se dovessi paragonare questa Vini Selvaggi alla presentazione della nostra Guida Essenziale, fatte entrambe nel medesimo salone romano di Spazio Novecento, dovrei dire che questa è appunto un po’ selvaggia, meno perfettina, più disordinata e visivamente alternativa. Ma io che sono da sempre appartenente alle correnti veramente alternative della politica italiana, dai Centri sociali, ai partiti politici nei quali ho lungamente militato, devo dire che questa loro alternatività mi sembra più furba, più di facciata che di sostanza. Dal look degli espositori a quello degli avventori, dal disordine sui banchi di assaggio, fino ad arrivare alla scelta deleteria di diffondere musica pop ad alto volume, che unita al normale rumore di ogni manifestazione, rendeva tutto davvero meno sopportabile.

Vini Selvaggi 2024 Roma la folla


Altra differenza sostanziale è
l’età media dei partecipanti e la presenza (anzi, l’assenza) della stampa di settore. A Vini Selvaggi la sala era stracolma di giovani e scarsamente popolata dei soliti giornalisti di settore che abitualmente incontro. Magari saranno andati tutti il giorno seguente ma ho la netta sensazione che sia stata una manifestazione snobbata.

Nel mare magnum dei miei assaggi

Ma veniamo ai vini. Complessivamente ho fatto un centinaio di assaggi, da nord a sud del Paese e onestamente il panorama organolettico è un po’ migliorato rispetto a qualche anno fa. I vini decisamente terribili ci sono ancora ma in percentuale ben minore. Continua a respirarsi quest’aria da fortezza assediata dalle turpi truppe del nemico ma forse anche noi, anche io, quali amanti del vino tradizionale, siamo un po’ troppo prevenuti. E quando ti addentri a discutere dei difetti che hai percepito la risposta è sempre la stessa: in questo vino non ci ho messo niente… quindi qualche difettuccio fa parte del gioco (aggiunta mia). Naturalmente ci sono anche vini buoni e buonissimi. Fra questi ultimi ci sono quelli sardi di Tenute Dettori, che bevo continuamente e che dunque conosco benissimo, tanto che, ad un certo punto, divertendomi moltissimo, ho momentaneamente sostituito l’addetto al banchetto che doveva improrogabilmente allontanarsi. Molto buoni anche i vini di Radikon. Fra tutti gli altri assaggi fatti mi sono piaciuti particolarmente alcuni vini di Tenuta Ca Sciampagne (Marche), Tenuta del Conte (Calabria) e quelli di DS Bio, l’azienda di Danilo Scenna (Lazio). 

Qualità altalenante

Quello che ancora mi colpisce negativamente di questa tipologia di prodotti è la qualità estremamente altalenante dei vini proposti anche dalla medesima azienda. Bevi cioè dei vini ben fatti, classicamente buoni e privi di difetti, ad altri che al contrario sembrano fatti in una stalla su Marte!

 

Vini Selvaggi, Vignadelmar al banchetto di Dettori
Vini Selvaggi, Vignadelmar al banchetto di Dettori


Come chiosa finale mi è venuto da chiedermi perché questi
due mondi così enologicamente differenti ancora non dialoghino fra loro quanto dovrebbero e quanto sarebbe utile. Si respira molto un sentimento di appartenenza ideologica, quasi da fortezza assediata. Secondo me non è un bene ma forse è “naturale” che sia così.

1 commento

Franco D. 10 Aprile 2024 at 13:56

Mi è piaciuto il tuo articolo sui vini selvaggi. Mi confermi che ci sono buoni produttori anche nel mondo dei vini selvaggi, E se alcuni sono troppo ideologici e un pò furbetti. Alcuni di questi vini sono venduti a cifre assurde. Se vuoi campare producendo poche bottiglie, non puoi pretendere che il consumatore ne paghi lo scotto. Ma siamo nel libero mercato.

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