Tutti (o quasi) i refusi della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025, almeno gli errori più eclatanti.
La Guida Essenziale 2025 è ormai nelle mani di migliaia di persone che avranno iniziato a sfogliarla e a leggere le prime schede, magari dei vini assaggiati a una delle presentazioni per vedere se si ritrovano con il nostro giudizio.
Anche noi, avendo finalmente tra le mani una copia stampata la sfogliamo, guardando ansiosi pagina dopo pagina per vedere se ci salta all’occhio qualcosa di aberrante, qualche errore eclatante che si era ben nascosto in fase di correzioni bozze. E ovviamente ce ne sono.
Il lavoro di redazione
La realizzazione della guida è una corsa contro il tempo, che chiudiamo in redazione in soli due mesi, in tre persone, mentre anche il lavoro del sito va avanti. Sembrano tanti, ma provate a pensare cosa significa raccogliere le schede di tutti i collaboratori (oltre a scrivere le mie ovviamente, ma a cosa servono altrimenti i sabati e le domeniche d’estate?), controllare, verificare, correggere, caricare sul data base, tradurre, impaginare… Parlo infatti proprio del lavoro di redazione, quello che nessuno immagina e che è una mole di lavoro enorme, che viene dopo assaggi e schede.
Ovviamente, è un lavoro che facciamo con passione e con tutti i sentimenti, quindi la guida è un po’ nu piezz’ ‘e core, anzi due, visto che chiudiamo contemporaneamente insieme alla versione italiana anche quella in inglese. Il clima in redazione è frenetico ma l’atmosfera di complicità e di sostegno che si crea è bellissima.
Su tutto, sorveglia il direttore Daniele Cernilli, che più ci vede in affanno più ci nutre, preparando gustosi pranzetti, portando vassoi di pizza per merenda e naturalmente offrendo calici di vino da assaggiare.
Ma eravamo partiti dagli errori. Ecco i più eclatanti
Al primo posto mettiamo l’errore di prezzo dei due vini più cari che abbiamo in guida: il Masseto e il Crichet Pajé, che sullo scaffale vanno a più di mille euro. Per un bug del nostro sistema, di cui non ci eravamo mai accorti, risultano in vendita rispettivamente a € 1,00 (invece di 1.000) e a € 1,50 (invece di 1.500)!
Poi abbiamo un po’ di errori di annata. Il più clamoroso riguarda un premio speciale, L’esordio vincente, che è l’Etna Bianco Contrada Arcuria 2022 Restivo Wines. 2022 e non 2020 come si legge nella guida stampata. Come annate sbagliate abbiamo anche Ornellaia Bianco, che è 2021 e non 2022, e il Villa Franciacorta RNA, che è millesimato 2007 non 2006. Sicuramente ce ne saranno altre, ma per ora non le abbiamo notate. Qui ci potranno venire in soccorso le segnalazioni dei produttori e dei lettori più attenti.
Altrettanto fastidioso (e non è la prima volta che ci capita, purtroppo) è lo scambio Barolo-Barbaresco o viceversa. Purtroppo nel “menù a tendina” del sistema, Barbaresco e Barolo sono uno sopra l’altro, causando – nella fretta – lo scambio. Quest’anno è toccato al Barbaresco Riserva Pora 2019 dei Produttori del Barbaresco di trasformarsi in un Barolo. “Trasformazione” analoga per il Lambrusco di Modena Rosato Brut della cantina emiliana Ventiventi, che è diventato Lambrusco Mantovano, addirittura traslocando in un’altra regione.
E non finisce qui
Forse meno gravi, ma non per questo meno seccanti, sono l’assenza del Chianti Classico Gran Selezione Pastrolo 2021 Fontodi (un nuovo vino uscito quest’anno) dall’elenco dei “faccini” toscani, e l’errore nel nome dei proprietari di Ca’ del Bosco: accanto alla Famiglia Zanella, come altro partner è stato indicato il gruppo GIV anziché Gruppo Vinicolo Santa Margherita o Famiglia Marzotto.
Infine, concludiamo con un refuso “positivo”: i vini col favorevole rapporto qualità/prezzo sono 514, quattro in più dei 510 indicati.
Di questi refusi, come di eventuali altri, ci scusiamo con tutti i lettori e, ovviamente, con i produttori coinvolti. E speriamo di non trovarne altri.