The Gran Wine tour, la prima associazione italiana di cantine unite nella valorizzazione dell’enoturismo, nomina Nadia Zenato ed Elvira Bortolomiol responsabili della comunicazione: «Insieme per valorizzare e sviluppare l’enoturismo di qualità, con l’obiettivo di arrivare a 40 associati nel prossimo triennio».
The Grand Wine Tour – associazione che riunisce le migliori cantine italiane con l’obiettivo di valorizzare il potenziale del settore enoturistico di alta qualità – annuncia il rinnovamento del suo Direttivo. Per rispondere a uno scenario economico in espansione ma estremamente frammentato come quello legato all’enoturismo in Italia, la nuova composizione vedrà personalità di spicco provenienti da diverse aree a grande vocazione vitivinicola.
Nadia Zenato – co-owner della storica cantina localizzata tra Lugana e Valpolicella – ed Elvira Bortolomiol – alla guida dell’omonima azienda di Valdobbiadene – ricopriranno rispettivamente il ruolo di vicepresidente e membro del Direttivo, entrambe con delega alla comunicazione dell’associazione. «The Grand Wine Tour costituisce un unicum nel suo genere in Italia» affermano. «Siamo molto orgogliose di rappresentare nel mondo un progetto che permette di codificare e di conseguenza unificare e valorizzare l’immenso patrimonio enoturistico italiano. Il nostro obiettivo? Arrivare a quaranta cantine socie nel prossimo triennio, per poter presentare al visitatore la realtà vitivinicola italiana nelle sue diverse articolazioni territoriali».
Le due imprenditrici saranno affiancate nel loro incarico da Lapo Mazzei dello storico gruppo toscano e da Alberto Chiarlo dell’azienda piemontese Michele Chiarlo. A presiedere il direttivo Giovanni Minetti, CEO di Tenuta Carretta, azienda storica con vigneti in Langhe e Roero.
The Grand Wine Tour
L’associazione nasce nel 2017 da un’intuizione: reinventare l’enoturismo in Italia attraverso la filosofia del Grand Tour, che a cavallo tra Settecento e Ottocento accompagnò nobili e intellettuali europei del calibro di Goethe alla scoperta del patrimonio artistico-culturale del Bel Paese.
Il vino diventa così protagonista di esperienze culturali uniche e arricchenti e The Grand Wine Tour si afferma come punto d’incontro tra le migliori cantine italiane, riunendo territori vitivinicoli diversi ma accomunati da unicità, bellezza e un’offerta enoturistica di alta qualità, dai patrimoni Unesco Langhe, Roero e Monferrato e le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ai Colli di Luni, dal Chianti Classico ai Colli Orientali del Friuli, arrivando ai confini con la Val di Noto, in Sicilia.
Le cantine aderenti
Oggi l’associazione comprende 16 prestigiose cantine localizzate in otto regioni italiane: Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Marchesi di Grésy, Michele Chiarlo, Tenuta Carretta e Villa Sparina in Piemonte; Lunae in Liguria e Torre Rosazza in Friuli Venezia Giulia; Bortolomiol, Costa Arènte e Zenato in Veneto; Castello di Fonterutoli in Toscana, Umberto Cesari in Emilia-Romagna, Casale del Giglio in Lazio e Zisola in Sicilia.
Una sinergia tra realtà d’eccellenza volte a promuoverne l’accoglienza tra i filari dedicata agli appassionati del mondo del vino e ad una clientela esigente sia in termini di prodotto sia di standard di servizio. Per perseguire tale obiettivo, il Marchio di Qualità di The Grand Wine Tour – unico in Italia nella sua categoria – certifica gli standard di accoglienza richiesti ai soci secondo precisi parametri di valutazione, vagliati da un Organo Tecnico esterno.
Anche tour operator
The Grand Wine Tour è anche un Tour Operator di proprietà dell’Associazione stessa attivo in Italia e all’estero nella proposta di tour enogastronomici esclusivi e personalizzati presso i territori delle cantine associate. Corsi di formazione e aggiornamento sul tema dell’enoturismo sono inoltre proposti al personale delle cantine dell’Associazione, per stare al passo con un mercato in continua ascesa ed evoluzione.
Ad arricchire l’agenda 2024-2025 del nuovo direttivo, la partecipazione a fiere di settore e incontri B2B con tour operator specializzati per ottenere una maggiore penetrazione sui mercati esteri, una rinnovata comunicazione con focus strategico sul consumatore finale e l’ampliamento dell’offerta formativa per rafforzare le competenze del personale responsabile dell’accoglienza.
«La strada da percorrere è ancora molta» concludono Nadia Zenato ed Elvira Bortolomiol. «Per aumentare l’attrattività dell’ospitalità è necessario un radicale cambio di prospettiva in cantina: da una logica di prodotto è necessario passare a una di servizio, da una visione orientata agli operatori professionali a una diretta al consumatore privato. Per questo gli investimenti economici non bastano: è essenziale acquisire competenze specifiche, che sappiano parlare di prodotto ma conoscano anche il linguaggio dell’ospitalità e siano rivolte al servizio al cliente. Ancora una volta, il punto di partenza non può che essere la formazione».