Piatto tipico siciliano per un abbinamento “eretico”: il Veneto Bianco Multivintage Hey French, You Could Have Made This But You Didn’t, Edizione III, Pasqua Vigneti e Cantine.
È un piatto che può essere preparato da marzo a settembre, durante il periodo delle sarde.
Ingredienti per 4 persone:
300 g finocchietto selvatico; 320 g spaghetti; 400 g sarde fresche; 30 g uva passa; 30 g pinoli; 2 filetti di acciuga; 1 cipolla; 1 cucchiaino di estratto di pomodoro; 0;5 g zafferano; olio extravergine d’oliva; sale, pepe e peperoncino
Per la muddica atturrata: 150 g pan grattato; 40 g olio evo; aglio; origano; peperoncino
Preparazione:
Pulire il finocchietto, lavarlo e sbollentarlo in acqua salata per circa 10 minuti. Scolarlo tenendo da parte l’acqua di cottura per la pasta. Tritarlo con un coltello.
Ammollare l’uva passa nell’acqua.
Pulire bene le sarde, che devono risultare perfettamente diliscate (molte pescherie le vendono già pulite). Tagliare a pezzi i filetti risultanti.
In una padella con l’olio sciogliere i filetti di acciuga e unire l’estratto di pomodoro e la cipolla tritata. Soffriggere. Sciogliere lo zafferano in un mestolo di acqua calda e unirlo al soffritto. Quindi aggiungere i pinoli e l’uva passa ammollata. Unire poi il finocchietto selvatico e infine le sarde. Cuocere tutto insieme per circa 10 minuti. Se serve, aggiungere un po’ d’acqua di cottura del finocchietto. Alla fine, salare, pepare ed eventualmente aggiungere peperoncino a piacere.
Preparare il pangrattato croccante (muddica atturrata, in siciliano): frullare lo spicchio d’aglio, l’origano, il peperoncino e aggiungere l’olio. Spostare in una ciotola, unire il pangrattato e mescolare bene. Passare in padella finché risulti tostato e croccante. Sgranare bene con la forchetta.
Nel frattempo cuocere gli spaghetti al dente nell’acqua di cottura del finocchietto (aggiungere eventualmente altra acqua).
Versare la pasta nella padella con il condimento e mescolare delicatamente aggiungendo un filo d’olio.
Prima di portare a tavola, spolverare in superficie il pangrattato croccante.
Vino in abbinamento:
Hey French, You Could Have Made This But You Didn’t, Veneto Bianco Multivintage, Edizione III, Pasqua Vigneti e Cantine
Colore paglierino dorato e freschezza di profumi con note floreali e saline dovute al terreno di origine vulcanica. Le diverse annate presenti nel blend offrono ricordi che vanno dalla camomilla alle mandorle, dagli agrumi al pepe bianco e ai frutti tropicali. In bocca complessità e struttura fanno presagire un buon potenziale di invecchiamento.
Zona di produzione: il fianco veronese del Monte Calvarina, situato nella parte più orientale della denominazione del Soave. Questo progetto nasce da un vigneto di quattro ettari e mezzo che nella parte più alta raggiunge i 600 metri di altitudine, con esposizione a sud-ovest, adagiato su una collina di origine basaltico-eruttivo con ampi affioramenti calcarei. Dal punto di vista climatico la zona è favorita dall’altitudine che garantisce estati fresche e ventilate, con ampie escursioni termiche.
Vitigni: Garganega prevalente con Pinot Bianco e Sauvignon. Coltivazione a Guyot (4.500-5.000 ceppi per ettaro) e a pergola (3.500 ceppi per ettaro).
Processi produttivi: questo vino è l’espressione più potente delle caratteristiche del blend delle migliori annate dell’ultimo decennio (2019, 2018, 2020, 2017, 2016) selezionate quale massima espressione del vigneto nel corso della sua storia. Per ogni annata selezionata, la vinificazione delle uve bianche avviene con la macerazione delle bucce per circa 10 ore. Successivamente si innesta la fermentazione alcolica a basse temperature con lieviti selezionati cui segue una parziale fermentazione malolattica, circa il 10% del prodotto. Il processo prosegue con una maturazione in barrique e tonneau di secondo passaggio per circa 6 mesi. Il vino infine viene posto in vasche d’acciaio per un ulteriore affinamento.
Gradazione alcolica: 13,5% vol.
Temperatura di servizio: 10°C.
Note multivintage:
2019 – è stata un’annata abbastanza piovosa. La primavera ha presentato notevoli differenze con un caldo siccitoso marzo e un freddo e piovoso bimestre di aprile e maggio. L’estate molto calda ha avuto anche due significative ondate di calore a fine giugno e fine luglio. Durante l’ondata di calore di fine giugno sono stati registrati numerosi record di caldo, con picchi di 38°C. Nonostante ciò, le abbondanti piogge della primavera hanno fornito ai terreni una buona dotazione idrica per resistere ad un giugno caldo e senza precipitazioni.
2018 – un’annata con importanti risvolti nella zona di Soave: temperature leggermente superiori alla media e fenomeni atmosferici tropicali, con piogge forti e abbondanti alternate a giornate calde e soleggiate, anche se ventose. Nonostante le particolari e complesse condizioni climatiche, si è rivelata particolarmente favorevole ed espressiva soprattutto per i vigneti ad altitudini più elevate, dove gli effetti delle giornate calde sono stati meno intensi.
2020 – iniziato con un inverno mite e con poche precipitazioni per poi cambiare nella primavera, specialmente nei mesi di aprile e maggio. I mesi estivi sono stati ottimali senza temperature estreme e con un perfetto apporto idrico.
2017 – una delle più complesse degli ultimi 30 anni. Le scarse precipitazioni (anche in inverno) e le alte temperature durante l’estate hanno influenzato notevolmente la stagione, conferendo al vino una forte personalità e uno stile preciso.
2016 – caratterizzata da forti piogge e da una produzione non esuberante, con uve che raggiungono la media degli ultimi anni in termini di zuccheri e acidità, ma con ottime caratteristiche qualitative. Il quadro analitico delle uve durante la vinificazione ha portato ad un vino fruttato e floreale.