Un ristorante con menù fisso quello de La Dimora dei Cavalieri che esalta sapori autentici, con materie prime locali. Tipico l’agnello bianco “creato” proprio dal papà degli attuali proprietari nell’allevamento annesso all’agriturismo.
A Vaglio di Lucania, piccolo comune a pochissimi chilometri da Potenza, in contrada Tataseppe, immerso nel silenzio del bosco, circondato dalla natura c’è un luogo speciale per riscoprire sé stessi, ritrovare un benessere perduto e una connessione profonda con l’ambiente che ci circonda, si tratta dell’agriturismo La dimora dei cavalieri.
Il nome si ispira ai reperti archeologici ritrovati nel vicino insediamento risalente all’VIII sec. a.C. Anni fa, sono stati riportati alla luce alcuni corredi funerari di pregio con bassorilievi in terracotta che ritraggono scene di combattimento tra cavalieri.
Dove siamo
Vaglio è nel cuore della valle del Basento, il fiume più lungo della Basilicata, scorre per 149 km fino a sfociare nel mar Jonio. È un angolo di paradiso, un’area rurale misteriosa e dimenticata, lontana dai flussi turistici di massa.
Le cime delle Dolomiti Lucane si estendono a perdita d’occhio, sono intervallate da fitti boschi, prati e antichi borghi arroccati sulle punte più alte e impervie. Chi ne avrà voglia, potrà intraprendere un viaggio incentrato sull’esperienza lenta e sostenibile. Il ritmo frenetico cede il passo alla calma, a una dimensione nuova, più intima e a un intreccio di profumi e sapori difficile da dimenticare.
Conduzione familiare
L’agriturismo La Dimora dei Cavalieri è a conduzione familiare, vanta, oltre al ristorante, una dimora con piscina e 6 camere, confina con l’azienda agricola di 250 ettari con 400 pecore e 100 ovini. Angelo e Maddalena Ricciuti sono fratelli e titolari, ingegnere lui, commercialista lei si occupano rispettivamente dell’amministrazione, dell’annessa azienda agricola e della cucina, vero avamposto della tradizione lucana.
Le specialità lucane della chef Maddalena
Il ristorante propone specialità lucane preparate con passione da Maddalena, è un piacere gustarle sulla meravigliosa terrazza che si apre sulla vallata circostante. Il menù è fisso, ha un costo di 40 euro a persona e include antipasto misto, due primi, un secondo, contorno, frutta, dolce, acqua, vino, caffè e un digestivo di produzione propria. “Le pizze e la pasta sono prodotte con la farina del nostro grano trasformata da mulini di vecchia tradizione – racconta Maddalena, la chef -. Il vino servito ai nostri ospiti è di produzione vagliese, ma è possibile degustare i vini tipici regionali come l’Aglianico del Vulture e il Grottino di Roccanova. Con il dessert è d’obbligo il moscato del Vulture”.
Le lenticchie, i ceci, le patate e le verdure servite sono prodotti nelle Terre di Braida, divenute famose per il ritrovamento dei tesori della Principessa Italica. La salsiccia è, invece, prodotta secondo l’antica ricetta locale, il segreto sta nel particolare dosaggio di ingredienti e spezie per il condimento e nel favorevole clima rigido in cui avviene la stagionatura.
Le portate da provare e non perdere assolutamente sono: lagane e ceci, preparate con pasta fatta a mano, ceci, olio evo e peperoni cruschi sbriciolati e poi l’agnello bianco in crosta con patate, mollica di pane casereccio, la carne proviene esclusivamente dagli allevamenti aziendali.
L’accoglienza in sala di Angelo
Angelo è un oste d’altri tempi, si aggira tra i tavoli per intrattenere i commensali e raccontare le prelibatezze preparate e l’origine della materia prima. Non dimentica mai di menzionare papà Canio, artefice del progetto dell’agriturismo e il primo allevatore che nel Mezzogiorno pensò di incrociare la pecora gentile lucana con gli arieti dell’Ile de France, creando così un genere diverso chiamato “agnello bianco”.
Le tradizioni popolari sono ben radicate nella memoria degli abitanti della zona, rispondono a una necessità più profonda che è quella di preservare la propria identità. In estate, si può assistere a rievocazioni, feste e rituali davvero unici. Nel parco della Grancia viene organizzata una rappresentazione teatrale che rievoca le gesta del brigante Carmine Crocco. Questo avvenimento coinvolge oltre 300 figuranti in costume in una cornice naturale straordinaria ai piedi del castello di Brindisi Montagna.