Ristorante di quartiere, dal respiro schietto ma ricercato, Da Michele - accanto a un’ottima cucina di pesce - propone una carta dei vini davvero sorprendente per qualità e originalità.
Siamo nel quartiere San Paolo a Roma, zona sud della Capitale, qui Marco Pignotta con la sua famiglia gestiscono Da Michele ristorante di pesce con una sorprendente carta dei vini che mette in riga tantissimi altri ristoranti romani ben più blasonati.
Qui non ci capiti per caso, ci devi venire apposta ma ne vale senza dubbio la pena. In cucina Andrea, fratello di Marco. In sala Marco e sua mamma Luisa. Ventotto coperti, il menù snello e invitante, scritto su una lavagna. La carta dei vini invece ti arriva a tavola ed è un bel tomo: tantissime etichette, nomi insoliti e non “la solita solfa”, profondità di annate per alcuni vini importanti, bottiglie da ogni dove (bella la selezione di Champagne) e inaspettatamente una grandiosa selezione anche di vini rossi. La curiosità è donna e non posso non chiedere come mai a Marco. La risposta? Semplice: appassionatissimo di vino, sommelier Fisar ama fermarsi a volte anche dopo il servizio a chiacchierare coi clienti, magari anche davanti a un pezzo di formaggio o una fetta di salame “nascosti” nella sua splendida cantina.
Qui Da Michele, ristorante di pesce a Roma, la tradizione ai fornelli parte dalla nonna che aveva un ristorante in zona Piramide, poi i suoi genitori nel 1991 hanno aperto qui, nel quartiere San Paolo, Da Michele, nome del papà di Marco.
Un ristorante di quartiere dall’ambiente curato, raccolto, fiori freschi sul tavolo e servizio premuroso nonostante la sala piena di sabato a pranzo.
I piatti buonissimi: abbiamo assaggiato i Bocconcini di baccalà in tempura serviti con un maionese fatta in casa, il Fiore di zucca fritto, dorato e croccante, dalla presentazione molto neutra ma dal ripieno di ricotta di bufala, zucchine e menta delizioso. Tra i primi gli Spaghettoni, belli al dente come devono essere, con vongole e verza croccante in un contrasto piacevolissimo. Il Risotto alla pescatora: magistrale. Pescato freschissimo, riso bello “sgranato”, cotto a puntino e cremosità avvolgente. Abbiamo scelto di bere una Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve del Colombaio di Santa Chiara che va giù che è un piacere.
Non fatevi mancare i dolci: il Profitterol con cioccolato fuso colato sopra al momento – goduria pura – e una Crema al limone e frutto della passione con crumble di frolla e meringa.
Conto onesto e soprattutto ricarico sui vini incredibilmente conveniente: abbiamo speso 50 euro a testa. Questo ristorante di quartiere dal respiro schietto ma ricercato può tranquillamente essere annoverato tra i migliori ristoranti di pesce di Roma e meta obbligatoria per gli amanti del buon bere.
2 commenti
Interessantissima recensione e dettagliata al punto giusto, il tanto che basta ad incuriosirmi!
Sto coltivando da poco la mia passione per i vini (quella per il buon cibo l’ho sempre coltivata), passerò sicuramente da Michele per farmi consigliare dei buoni abbinamenti e scoprire la sua cucina. Grazie!
Grazie di cuore Francesca