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Cucina napoletana da Brigida

Brigida, il Patron Gianluca Amoroso e Vignadelmar Luciano Lombardi

In pieno centro di Napoli, in via Santa Brigida, il ristorante Brigida – Cucina napoletana è di recentissima apertura ma già si presenta come un locale da non farsi sfuggire per mangiare bene e passare una piacevolissima serata.

Da poco meno di un anno, nel centro di Napoli, fra il Teatro San Carlo e il Municipio, ha aperto Brigida – Cucina napoletana: un locale che è una via di mezzo fra un ristorante di un certo tono e un’osteria seria, moderna. Incredibilmente, l’abbiamo scoperto grazie a un paio di amiche russe, ma fanno le guide turistiche a Napoli da più di vent’anni e sanno il fatto loro. 

Il locale è piccolino, due sale arredate con gusto – una delle quali sovrastata da un soppalco pieno di casse di vino – quadri e amarcord napoletani alle pareti e una bella e grande superficie vetrata sulla cucina a vista. Nella bella stagione ci sono anche alcuni tavoli all’aperto.

Bisogna chiarire subito una cosa: si mangia molto e bene, secondo tradizione, sia terra che mare, sempre secondo stagione. Il menù di Brigida è suddiviso in maniera classica fra antipasti, primi, secondi e dolci. Fra questi, nel nostro tavolo, eravamo in cinque, abbiamo scelto di tutto, senza limitazione alcuna, forse facendo impazzire la cucina, ma certamente mettendola alla prova. 

Una mangiata coi fiocchi

Abbiamo iniziato con le Alici fritte, ripiene di pane e provola; le Bruschette con i pomodorini del Piennolo e il Peperone ripieno. Poi la Zuppetta di polpo in cassuola, Zuppa di seppia con patate e piselli, la Minestra maritata, le Tagliatelle di seppia con zucchine alla scapece e mandorle, i Tagliolini con porcini e salsiccia e la Genovese. Abbiamo finalmente concluso con la Pastiera, la Torta all’aglianico e cioccolato, la Crostata al limone (forse un po’ troppo dolce) e Babà al rum. Credetemi se vi dico che nessun piatto era men che molto buono e la Minestra maritata era eccezionale.

Giusta anche la carta dei vini

Decisamente bella anche la carta dei vini, in costante crescita, ma che già annovera oltre cento etichette, molte locali, proposte con dei ricarichi da encomio solenne e abbraccio finale. Buona anche la scelta a bicchiere, con proposte allettanti.

Il servizio in sala è giovane, educato, solerte e cordiale. A tutto sovraintende il Patron, Gianluca Amoroso, che con ultra trentennale esperienza nel settore, garbo, empatia, ospitalità ed elegante convivialità, ben si muove e cura i propri clienti, anche quelli impegnativi e ingombranti come noi.

Abbiamo pasteggiato scegliendo tre differenti Fiano di Avellino di ottimo valore (Colli di Lapio, Marsella e Picariello), spendendo complessivamente meno di settanta euro. Il conto finale, vini inclusi, è stato poco meno di 55 € a persona. Meditate gente, meditate…

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