Il dato delle giacenze in Italia è veramente preoccupante, neanche una vendemmia scarsa come quella appena conclusa può pareggiare la situazione (a quale prezzo poi?). È il caso che il comparto, con il supporto della politica, pianifichi una strategia che aiuti il settore a uscire da questo pantano.
Il report n°9/2023 del ministero dell’Agricoltura si apre con una frase che suona come minimo allarmante: “Al 30 settembre 2023 negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 42,8 milioni di ettolitri di vino (…) rispetto al 30 settembre 2022, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini (+9,1%)”. Una parte sarà anche di vini che devono invecchiare per disciplinare, ma la massima parte è di invenduto. Alcune regioni, Abruzzo e Puglia in primis, sono in difficoltà, e non sembra essere sufficiente a migliorare le cose neanche un risultato vendemmiale fra i più scarsi degli ultimi anni, a causa della diffusione della peronospera su scala nazionale e di eventi climatici decisamente sfavorevoli. A fronte delle italiche discussioni infinite e di incapacità decisionali in Francia hanno appena stanziato 200 milioni di euro per finanziare la distillazione delle eccedenze e hanno spiantato non so quante centinaia, se non migliaia, di ettari per limitare la produzione e sostenere i prezzi.
Il tutto sta accadendo con un contorno che definire preoccupante è poco, con inflazione non ancora domata, due guerre pesantissime, un calo generalizzato dei consumi di vino, i principali mercati del nostro export fermi o in arretramento e un atteggiamento penalizzante nei confronti del vino che arriva dall’Unione Europea (è assai probabile la cancellazione dei fondi promozionali dell’ocm a breve, ad esempio). Una situazione tragica e nessuna vera strategia per affrontarla.
Mi chiedo se non sia il caso di muoversi velocemente, perché il prossimo futuro potrebbe essere davvero complicato per il vino italiano (non solo per quello purtroppo), e non vedo iniziative di alcun genere tese quanto meno a prendere coscienza e a provvedere almeno come hanno appena fatto in Francia, dove, evidentemente, dimostrano una lucidità del tutto latitante da noi.