Certo, tutto è relativo, ma per noi di DoctorWine, che siamo nati come testata giornalistica, essere diventati un piccolo punto di riferimento anche sui social media è una sorpresa. Siamo e rimaniamo giornalisti e non ci definiamo influencer, ma qualche numero "social" dalla nostra lo abbiamo.
È vero, sto un po’ esagerando. Però vorrei condividere con tutti voi lettori un piccolo orgoglio. Su Facebook siamo a quasi 95.000 follower e su Instagram abbiamo da poco raggiunto i 30.000. Sugli altri canali siamo partiti in sordina, ma anche in quei casi registriamo piccole crescite costanti. Non sono dati clamorosi, per carità, però per un sito che si occupa di vino e con il sottoscritto che non ha alcuna intenzione di definirsi “influencer” vista anche l’età e l’imbranataggine digitale, non sono per niente male come numeri, e per quanto mi riguarda sono persino sorprendenti.
Vanno sicuramente fatti i complimenti a Filippo Greco Garattini che se ne occupa per noi e a tutti i collaboratori che con i loro contenuti fanno sì che quello che scriviamo sia ritenuto interessante da molte persone.
Ma dobbiamo anche ringraziare chi si è preso la briga di seguirci, in Italia e non solo, visto che il sito è anche in buona parte tradotto in inglese e una buona percentuale di lettori e di follower viene da molti Paesi in tutto il mondo.
So bene che non abbiamo scoperto la penicillina, non siamo la Ferragni (tanto per rimanere in tema social) e non salveremo l’Umanità per questo. Però fatemi dire che sono contento che il nostro lavoro sia apprezzato e considerato anche in terreni diversi da quelli classici della carta stampata dal quale molti di noi provengono, e in particolare il sottoscritto e Stefania Vinciguerra, entrambi in possesso di un tesserino da giornalisti professionisti, che non sarà decisivo però significa che un esame di Stato lo abbiamo superato e che molti articoli li abbiamo scritti.
E grazie ancora a tutti.