Scrivere un editoriale di enogastronomia non significa semplicemente raccontare sensazioni relative all’assaggio di un piatto o di un vino, ma – offrendo punti di vista e commenti – cercare di fare informazione, come la stampa dovrebbe sempre fare.
Tecnicamente un editoriale, o articolo di fondo, è un pezzo in genere non firmato, che il direttore di una testata dedica a un argomento di attualità come commento e approfondimento, e anche per dare la linea al giornale o per esprimere delle opinioni personali. Nel mondo della comunicazione enogastronomica le cose dovrebbero andare allo stesso modo, quindi, e gli editoriali dovrebbero essere dedicati a specifici argomenti, fornire informazioni, come è normale in ambito giornalistico, fossero anche i punti di vista e i commenti del direttore o di importanti collaboratori delle varie testate.
Noi cerchiamo di fare così, e non siamo i soli nel nostro settore. Per fare degli esempi Jancis Robinson lo fa benissimo da anni, così come Alessandro Torcoli su Civiltà del Bere, Angelo Peretti on line e Antonio Galloni e Alessandro Masnaghetti nei settori più specifici, magari commentando un’annata e dando la loro visione critica. Un editoriale può anche essere dedicato a un singolo vino, per sottolinearne l’uscita di una particolare versione, oppure per introdurre una verticale storica, ma sempre per fornire comunque un’informazione utile a chi poi lo leggerà.
Qualche volta però le cose vanno diversamente e c’è chi crede di scrivere un editoriale semplicemente raccontando le proprie sensazioni mentre assaggia un vino, con il risultato che la notizia, o presunta tale, sarebbe solo l’espressione della propria eventuale competenza nell’analisi organolettica nella migliore delle ipotesi. Ora, non voglio dire che chi scrive editoriali debba per forza avere un tesserino da giornalista, ma solo che ci vuole almeno una sensibilità giornalistica e chiedersi quanto sia utile o persino opportuno limitarsi a quello. A questo punto qualcuno potrebbe chiedermi quanto sia interessante ciò che sto scrivendo io qui, che alla fine è una puntualizzazione.
Credo che in undici anni di editoriali su DoctorWine siano stati trattati moltissimi temi quasi sempre relativi al mondo del vino, nel nostro piccolo penso che questa sia una notizia, tutto sommato, e in alcuni casi ha anche provocato discussioni approfondite e interessanti, segno che a una parte del nostro pubblico la cosa ha interessato. Non siamo gli unici, ripeto, ma sommessamente vorrei ricordare a chi volesse avventurarsi nella stesura di editoriali, che la prima cosa da tenere in considerazione è proprio l’informazione.