Qualche considerazione sulla Guida Michelin, prendendo spunto dalle critiche che gli rivolge da tempo Edoardo Raspelli e riguardano soprattutto l’esiguità del numero di ispettori, che non permette di visitare tutti gli anni tutti i locali recensiti e che quindi prevede la ripetizione degli stessi giudizi negli anni.
Che Edoardo Raspelli sia un grande critico di ristoranti è fuori discussione. La sua lunga carriera parla per lui. Ultimamente ha rilasciato un’intervista alla testata web Sentire e in particolare alla sua direttrice Corona Perer. Ha sottolineato tutte le sue perplessità sul modus operandi della guida Michelin, la “Rossa”, insomma. Raspelli ha sostenuto, con tanto di documentazione, che in alcuni casi le schede dei ristoranti sono identiche anno dopo anno. Neanche una parola diversa.
La sua “versione” non è stata molto commentata, perciò mi permetto di riprenderla qui aggiungendo anche altre perplessità stavolta personali.
Critiche alla Guida Michelin
Intanto, è ancora vero che le “stelle” vengono assegnate solo per il valore della cucina? Io sono convinto che non sia così e che, magari giustamente, nel giudizio sono poi tenuti in considerazione anche altri fattori. L’ambiente, il servizio, la cantina. Non solo il valore gastronomico, insomma. Basterebbe dirlo. E invece, anche sul sito della “guida rossa” si legge esattamente in contrario:
“Contrariamente a quanto si creda, le Stelle Michelin vengono assegnate solo per la qualità della cucina offerta da un ristorante, in un determinato momento. Non tengono conto del servizio, dell’allestimento dei tavoli o dell’ambiente di un ristorante; questi aspetti sono documentati dagli ispettori ma non vengono presi in considerazione nella decisione di assegnare un riconoscimento al locale.”
Addio alla guida per viaggiatori
Poi, quando la guida nacque era dedicata ai viaggiatori, quindi c’erano anche gli alberghi. Ora non più e questo fatto non è stato sottolineato più di tanto e, oltretutto, ha dato vita a una guida specifica con premi e segnalazioni distinti.
La “Rossa” ha cambiato pelle, insomma, non è più una guida per viaggiatori, i premi non sono più dati, a mio avviso, solo alle cucine e le recensioni, come sostiene Raspelli, si ripetono in alcuni casi senza alcuna modifica da anni.
Ristoranti stellati
La definizione di ristorante o cuoco “stellato” è entrata nell’immaginario collettivo e non necessariamente è riferito, almeno dai media generalisti, alla guida, anche se le stelle sono assegnate da quella pubblicazione.
Basta per farsi qualche domanda?