Quest’anno sulla Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2023 abbiamo premiato tre vini con i cento centesimi: Breg Rosso 2007 di Josko Gravner (addirittura con un “più”), Barbaresco Crichet Pajé 2013 di Roagna I Paglieri e Brunello di Montalcino Cerretalto 2016 di Casanova di Neri.
Inizio con una premessa: dare un punteggio numerico alla qualità è sempre una forzatura. Lo è quando si valutano con voti gli studenti a scuola e all’università, quando si fanno le pagelle dei calciatori, quando si danno le stelline a film, a libri e persino ai ristoranti. Ovviamente lo è anche quando si assegnano punteggi ai vini. Questo perché un voto è una misura quantitativa che quando ha a che fare con la qualità non può che essere inadeguata. Però ha una funzione pratica, di sintesi di un giudizio per renderlo più immediatamente comprensibile, anche se contraddittorio per sua stessa natura.
Quando mi dicono che non dovremmo dare punteggi ai vini rispondo che smetterò quando non li daranno più a scuola, perché il principio è lo stesso. Figuriamoci poi cosa succede quando il punteggio è di cento centesimi, il massimo possibile. Allora si scatenano le prese di posizione di chi ritiene impossibile la perfezione, i vini troppo giovani per essere valutati in quel modo, e una certa tendenza a dare quasi un valore magico, pitagorico, ai numeri, che di per sé sono solo un linguaggio diverso e non un talismano infallibile. Del resto la matematica spiega sé stessa e non il mondo, ed è il linguaggio di altre scienze come la fisica e la chimica, che invece il mondo cercano di spiegarlo.
Ma veniamo al punto. Quest’anno sulla Guida Essenziale abbiamo premiato tre vini con i cento centesimi. A uno ho addirittura aggiunto un “più”, fuori scala e provocatorio, e provo a spiegare le nostre ragioni. I due che hanno avuto “solo” cento sono il Barbaresco Crichet Pajé 2013 dell’azienda Roagna I Paglieri e il Brunello di Montalcino Cerretalto 2016 di Casanova di Neri. Il primo è uno dei punti di riferimento della tradizione in Langa, un vino raro e costosissimo che esiste da decenni e che ha dimostrato in altre versioni di poter invecchiare per molti anni. La versione del 2013 ci è sembrata particolarmente felice e prevediamo che possa continuare a esprimere livelli qualitativi stellari. Perciò cento centesimi. Il secondo è un grande Brunello che quest’anno ha avuto analoghe valutazioni da tutta la stampa internazionale, lo seguiamo e lo premiamo da moltissimo tempo e la versione del 2016 credo sia la migliore di sempre. Perciò anche lui cento centesimi.
Ma quello al quale ho aggiunto un “più” è davvero incredibile. Si tratta del Breg Rosso 2007 di Josko Gravner, uscito ora dopo quattordici anni di maturazione e di affinamento. La prima per cinque anni in botte, dopo una vinificazione in anfora, la seconda per nove anni in bottiglia. Deriva da uve Pignolo, che sembra sia un lontano parente del Nebbiolo, ed è semplicemente uno dei più grandi vini che mi sia capitato di assaggiare in quarant’anni di onorato servizio.
Di tutti e tre trovate le degustazioni riprese dalla Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2023 così potrete farvi un’idea più precisa, e poi quei punteggi, discutibili, che non daranno conto del lato “emozionale” della faccenda, tutto vero. Ma che servono a far capire sinteticamente, come un “dieci” a un tema d’italiano al liceo.