AlessandroJacopo Boncompagni Ludovisi, proprietario della Tenuta di Fiorano, ha fatto rinascere il mitico Fiorano Semillon di veronelliana memoria.
Le ultime versioni di Fiorano Semillon che mi ricordi risalgono ai primi anni Settanta. Era un vino leggendario, voluto dal principe Alberico Boncompagni Ludovisi e realizzato con le uve omonime coltivate nella Tenuta di Fiorano, sull’Appia Antica, alle porte di Roma.
Ricordo che Luigi Veronelli ne parlava come di una vera gemma enologica e che io, allora giovanissimo e squattrinato, mettevo da parte i soldi per comprarne almeno una bottiglia ogni anno. Poi le vigne furono spiantate appena prima che il principe ci lasciasse.
Ora suo nipote ed erede AlessandroJacopo ha riprovato a farlo. Nuove vigne piantate nel 2015 e dalla vendemmia 2021 ecco rinascere il Fiorano Semillon. Matura come nelle antiche versioni per un anno in botti da 10 ettolitri e poi resta in bottiglia per altri due anni.
Me lo ha fatto assaggiare al Vinitaly appena finito e l’emozione è stata grande. Con me c’erano anche Ampelio Bucci, mitico produttore di Verdicchio, Pier Mario Meletti Cavallari, che inventò il Grattamacco a Bolgheri, e Alessio Di Majo, viticoltore in Molise. Tutti e tre ricordavano il vecchio Fiorano Semilon, e anche il Fiorano Rosso, che sta uscendo con la nuova versione del 2016.
Ma è stato quel bianco il vero protagonista. Giallo dorato, avvolgente, con note di pesca e di fiori di acacia. Soprattutto con la solita sapidità che aveva in quelle versioni passate. Quindi qualche nota di degustazione e soprattutto un caloroso “bentornato” mi sono sembrati doverosi.
2 commenti
Sul sito dell’azienda il vino non è presente
Ma Alberico non aveva vietato agli eredi di coltivare semillon?