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Che cosa ci dirà il Vinitaly

Benvenuto al Vinitaly 2024

La fiera veronese potrà aiutarci a capire se la crisi che sta attraversando il mondo del vino, sia italiano che internazionale, è una crisi congiunturale o se si tratta di una questione strutturale.

Come ormai saprete dal 14 al 17 aprile ci sarà il Vinitaly di Verona, la fiera del vino più importante d’Italia e tra le maggiori al mondo. Un evento che cade in un momento molto delicato per il vino in generale e per il comparto italiano in particolare. 

I motivi sono quelli legati alle congiunture politiche ed economiche internazionali, ovviamente, delle quali il vino è uno dei marker più precisi. Guerre, post pandemia, inflazione, anche se in calo. Poi una generale disaffezione al vino, soprattutto da parte delle giovani generazioni, che bevono molto meno dei loro coetanei di vent’anni fa. Per loro il vino è solo una delle tante opzioni. Il bere miscelato, le bevande analcoliche, la birra, ultimamente anche i superalcolici, che sono in ripresa, sono all’ordine del giorno. I motivi sono i più vari, e vanno da una disaffezione per gli stili di vita dei padri a questioni di ordine salutistico e di eco-sostenibilità. 

Per di più in vari Paesi produttori, Francia, ma anche Italia e Stati Uniti, la lobby antialcolica, in buona parte sostenuta da specifiche ricerche scientifiche, sta mettendo in discussione alcuni punti fondamentali che hanno in passato fatto del vino un prodotto molto importante per la cultura materiale mediterranea, e quindi per il “made in Italy” agroalimentare. 

Vinitaly 2022 - ennevifoto - Veronafiere buyers

Cosa ci dirà o, meglio, cosa potrà dirci il Vinitaly su temi come questi? 

Intanto se siamo davanti a una crisi congiunturale o se si tratta di una questione strutturale. Lo diranno le presenze di importatori internazionali e di buyers, che negli ultimi tempi hanno acquistato meno che in passato, soprattutto in mercati fondamentali per l’Italia, come Usa, Germania e Regno Unito. 

Poi fioccheranno convegni vari che affronteranno i temi che vi ho appena esposto, e vedremo cosa diranno i principali player del vino italiano e i responsabili delle politiche agricole del nostro Paese. Per tre giorni di parlerà molto di vino anche sulle piattaforme generaliste, cosa abbastanza rara e soprattutto ambito ultimamente piuttosto controverso. 

Avremo un’idea sul polso della situazione, e se il malato è in fase di ripresa o meno, insomma. Soprattutto se il vino continuerà ad avere quel ruolo di simbolo di territori e di tradizioni che bene o male ha avuto nel periodo post scandalo del metanolo. Per la prima volta da allora non sarà scontato.

3 commenti

erik 8 Aprile 2024 at 11:08

Ci dira’ quello che ci ha gia’ detto il VinExpo ed il Prowein: il deserto come qualche giornalista i hanno definiti. Siamo lucidi, non sono le associazioni anti-alcoliste che fermano il mercato del vino, ma pause pranzo di corsa con un tramezzino, la non attrattiva di andare a prendere un un aperitivo con gli amici (dove parcheggi l’auto?), una bottiglia acquistata e bevuta di corsa e tante alternative frenano il consumo del vino oramai sotto il 25 lt/pro capite, negli anni ’50’60 il fiasco non mancava ne’ a pranzo , ne’ a cena con un consumo di oltre 100LT/procatipe, anche la migliori enoteche di Roma servivano il vino sfuso che si andava a prendere con la bottiglia di acqua minerale, queta la discesa devastante che il vino ha subito in Italia, Francia e Spagna.
Vinitaly ? senza presenze significative di buyers esteri, agenti e distributori Italiani , ci vanno solo gli ubriaconi ! le ditte piu’ importanti affittano ville nelle vicinanze facendo sfarzosi banchetti. ai i medio piccoli 50.000/300.000 le spese non ripagano, ci vanno i Consorzi (enti inutili) che si sentono in dovere di partecipare, tanto sono pagati dagli associati ed anche chi ne e’ fuori (legge erga omnes). partecipare alla tre fiere con piccolo stand in proprio costa non meno di 25.000Euri , sapete quanti viaggia si possono fare nel mondo a visitare vecchi e nuovi clienti (che si fanno nei socials) ? Forse hanno dei ritorni chi e’ oltre i due milioni e + di bottiglie, che alla fine non ne possono parlar male per non darsi la zappa addosso per quanto speso !
buon Vinitaly a chi ancora ci va ! .

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Giuseppe Stella 8 Aprile 2024 at 11:32

Nè Congiuntura nè Struttura….non conosco Cantine che stiano chiudendo…..la comunicazione del vino è rimasta al ”Paleolitico”….fiere, degustazioni , tasting, inviti , bottiglie omaggio….e poi lo comprano il vino che assaggiano/ bevono? E soprattutto il Brand? Gli ”illuminati” sono una piccola minoranza…..
Al Vinitaly passano negli stands migliaia di giovani che non sanno quello che bevono….
Quest’anno il costo del biglietto del Vinitaly giornaliero è di €120,00+€6,00 di commissione…….
Potrei scrivere ore….

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winesurfer20 9 Aprile 2024 at 8:52

Mi associo e condivido la lucida disanima di Erik,
ritengo pure che in un momento di flessione del mercato si possano comunque generare delle opportunità, il saperle cogliere, poi, è da parte degli operatori che a mio modesto parere rimangono ancora ancorati a posizionamenti statici di mercato. Ricordandosi sempre che una buon dose di “voler fare” aiuta in qualsiasi momento.
@winesurfer20

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