DegustazioniVini per tutte le tasche

Oltrepò bianco e alloctono

Oltrepò Pavese, vigneto di Monsupello

Accanto agli spumanti (bianchi o rosati) e ai vini fermi (generalmente rossi) in Oltrepò troviamo anche ottimi vini bianchi e ne segnaliamo due veramente godibili da uve internazionali.

Quando parliamo di Oltrepò Pavese pensiamo inevitabilmente al Pinot Nero, sia rosso fermo che spumantizzato, anche in versione rosata con il Cruasé e ne parliamo come se fosse un vitigno autoctono, data la storicità e la notevole estensione vitata (3.000 ettari di colline, subito dopo Borgogna e Champagne). In alternativa la nostra memoria va a vitigni rossi locali molto caratteristici, tipo Croatina o Barbera. Eventualmente a nomi poco praticati come Ughetta e Uva rara. Che poi insieme concorrono a produrre la Bonarda, vino oltremodo tipico. 

Del resto, nel 1884 in Oltrepò Pavese erano censiti ben 225 vitigni autoctoni. Oggi sono poco più di 10 quelli più diffusi mentre, come capita anche in altri territori, alcuni produttori storici cercano di recuperare vitigni antichi un tempo molto diffusi, quali ad esempio l’Uva della Cascina o la Moradella.

Oltrepò in bianco

Se pensiamo alle uve bianche, però, il discorso è meno lineare. Tra quelle storiche troviamo alcune uve presenti ancora oggi, quali Malvasia, Moscato o Cortese. Eppure in zona c’è un vitigno estremamente diffuso: il Riesling, sia Italico che Renano, arrivato in tempi più recenti, con ben 1.300 ettari – ma è un dato in crescita costante. La buona notizia è che molti ettari di Italico vengono convertiti a favore del Renano, alla ricerca di maggiori profumi e una migliore capacità di invecchiamento. 

Vogliamo parlarvi oggi di due vini prodotti in Oltrepò Pavese da uve alloctone, non Doc, ma Igt Provincia di Pavia, sebbene entrambe le aziende si trovino nella zona Doc. Il primo è un Riesling prodotto da Monsupello e il secondo un Müller Thurgau, uva meno diffusa in loco, ma che – almeno nel caso in questione – è un vero gioiellino: il Nulla Hora di Montelio.

Monsupello a Torricella Verzate

Monsupello senza ombra di dubbio è una delle cantine più valide e rappresentative della spumantistica dell’Oltrepò. Accanto ai sette spumanti prodotti c’è però un’ampia offerta di vini fermi, bianchi, rosati, rossi e anche tre vini dolci, secondo una visione che vuole dare interpretazioni e offrire espressioni del territorio a 360 gradi. Dal 1883, da sempre cioè, di proprietà della famiglia Boatti, dopo la scomparsa di Carlo, patriarca e grande figura della vitienologia locale, sono sua moglie Carla e i figli Laura e Pierangelo che continuano nell’opera. Al loro fianco, validissimo supporto, l’enologo e direttore tecnico Marco Bertelegni con la consulenza in vigna dell’agronomo Giovanni Bigot. 

Montelio a Codevilla

A pochi chilometri di distanza verso sud-ovest, a Codevilla, Caterina e Giovanna Brazzoli, sorelle, rappresentano la settima generazione della famiglia che oltre un secolo e mezzo fa ha fondato la famosa cantina Montelio. Una cantina che ha contribuito a creare la storia della zona, con lo Champagne Montelio talmente famoso che nel 1886 venne scelto dal Principe Luigi di Savoia per il varo della nave Vesuvio della Regia Marina Militare. In tempi indubbiamente più recenti, negli anni Settanta del secolo scorso, sono da ricordare le appassionate schede dedicate ai loro vini da Luigi Veronelli sul suo Catalogo Bolaffi dei Vini d’Italia. Ora l’azienda prosegue con piglio deciso, presentando sempre vini interessanti e ben fatti.

Vini per tutte le tasche 2024

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