Nero di Troia e Aglianico: un dittico che offre rossi di razza, ognuno principe di un territorio: Castel del Monte nell’Alta Murgia e la Terra delle Gravine a nord di Taranto.
Il relativamente recente successo dei vini pugliesi è dovuto alla capacità di offrire vini ampi, corposi, potenti, in grado di soddisfare anche palati esigenti. Siamo tutti abituati a pensare ai vitigni Primitivo e Negroamaro come i re della Puglia, ma non dobbiamo dimenticare che ce ne sono altri due altrettanto importanti: il Nero di Troia e l’Aglianico.
Nero di Troia
Le origini del Nero di Troia, come quelle di molte varietà indigene, sono oscure. Una teoria sostiene che derivi dall’Asia Minore e che è stato portato in Italia dai Greci. Ciò che è noto è che la varietà sembra prosperare solo in Puglia, in particolare nel nord della regione, dove si trova il comune di Troia e può essere proprio questa città ad aver dato il suo nome alla varietà. Attualmente la sua massima diffusione è lungo la zona litoranea pugliese della Provincia di Barletta-Andria-Trani e nella parte settentrionale della provincia di Bari.
I vigneti di Torrevento sono proprio sotto il Castel del Monte, e la silhouette della misteriosa fortezza federiciana domina tutta la scena circostante. Francesco Liantonio e i suoi soci devono sentirsi addosso la responsabilità di rappresentare, forse più di altri per la collocazione aziendale, proprio quel magico territorio e il vitigno Nero di Troia che ne è il marker sotto il profilo vitivinicolo.
Aglianico
L’Aglianico fu introdotto anch’esso dagli antichi Greci ma in Campania, e da qui si è diffuso in Basilicata e in Puglia. Tutti conoscono il Taurasi in Irpinia o l’Aglianico del Vulture, che sono considerate le massime espressioni di questo vitigno, ma anche in Puglia se ne trovano espressioni interessanti e man mano che crescono le capacità tecniche dei produttori, si vedranno ulteriori miglioramenti.
A Massafra, a nord di Taranto, Peppino Montanaro, insieme ai figli Filippo, Ilaria e Donato e con la collaborazione di suo genero Giuseppe Sportelli, ha riportato la splendida masseria Amastuola agli antichi fasti. Qui si fa vino da almeno quattro secoli, e la struttura della Masseria, recuperata con interventi di ripristino particolarmente accurati, è uno splendido wine resort. Accanto al Primitivo, per il quale l’azienda prevede diverse versioni, troviamo anche l’Aglianico, da solo o in blend, rosso o rosato, con ottimi risultati.