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Basilicata, terra di bianchi?

Vigneti Re Manfredi con il Vulture sullo sfondo

Si sa, quando si parla di Basilicata si pensa immediatamente all’Aglianico del Vulture. Ma il Vulture è una terra fredda, che si addice molto bene anche alle uve bianche, sebbene siano minoritarie. Provare per credere.

Clima freddo e suoli vulcanici: quell’antico vulcano che è il monte Vulture sembra una zona ideale per i vini bianchi. La cosa che forse ce ne fa dimenticare è il fatto che non esiste un vitigno identitario del luogo (come accade, per esempio, a San Gimignano con la Vernaccia, o nei Castelli di Jesi col Verdicchio, o in Irpinia con Fiano e Greco e via dicendo). 

In questa zona si trovano sia vitigni di origine greca, come Moscato o Malvasia, sia vitigni nordici, quali Gewürztraminer e Müller Thurgau. Guarda combinazione, tutti vitigni aromatici. Ovviamente non mancano le uve dei “vicini di casa” come Fiano, Falanghina e Greco bianco e persino i classici internazionali quali Chardonnay e Sauvignon. 

Con questa tavolozza di vitigni, è facile capire come si possano trovare delle autentiche “chicche” a prezzi più che onesti.

Ne abbiamo selezionati due, il Basilicata Bianco Il Manfredi 2022 Re Manfredi e il Basilicata Falanghina Vulcanico 2022 Paternoster. Volutamente le annate scelte non sono quella che stanno uscendo ora in commercio, ma quelle dello scorso anno: un anno di bottiglia in più arricchisce questi vini di sfumature che è un peccato lasciarsi sfuggire.

La modernità di Re Manfredi

Re Manfredi, vendemmia uva bianca
Re Manfredi, vendemmia uva bianca


Per la zona del Vulture
Re Manfredi è una cantina grande, con i suoi oltre cento ettari di vigneti. In realtà si tratta di una realtà di media entità che appartiene al Gruppo Italiano Vini, una grande costellazione di aziende che vanno a formare la maggiore realtà vitivinicola d’Italia. Anno dopo anno, si staglia sempre più nel panorama regionale e tutti i suoi vini sono di altissimo livello. Pensiamo all’Aglianico del Vulture Superiore Serpara, un assoluto fuoriclasse, così come agli Aglianico del Vulture Re Manfredi o Taglio del Tralcio. Ma nonostante i suoi rossi siano indiscutibili, il Re Manfredi Bianco (che con l’annata 2023 prende il nome di Bianca degli Svevi) ci ha letteralmente conquistato.

La storicità di Paternoster

Paternoster, la cantina
Paternoster, la cantina


Passiamo poi alla storica azienda di Barile
Paternoster, una cantina che il prossimo anno compirà il secolo di storia. Nell’agosto 2016 ha cambiato proprietà, essendo stata acquistata dalla nota azienda veronese Tommasi, una realtà che si sta espandendo con oculate acquisizioni su tutto il territorio nazionale. I vigneti di Paternoster, a conduzione biologica, salgono fino a 643 metri di altitudine, frazionati in piccole parcelle tra le contrade di Barile. Soprattutto Aglianico, ma anche la Falanghina che troviamo in questo agile bianco.

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