Il Carmignano Riserva Trefiano della famiglia Contini Bonacossi è nato nel 1979 da un’idea di Vittorio, all’epoca giovane, intraprendente e desideroso di sperimentare. A lui è dedicato questo cru che, nella verticale realizzata, si è dimostrato di straordinaria longevità.
Solo 21 le annate realizzate in 40 anni per il Carmignano Riserva Trefiano. Un vino che nasce come cru in un’epoca storica in cui la stessa idea di cru in Italia non esisteva. Vittorio Contini Bonacossi, quarta generazione di una famiglia amante dell’arte e della campagna, individua, all’interno della tenuta di Capezzana, il suo luogo del cuore: la Villa di Trefiano, costruita alla fine del ‘600 per i conti fiorentini Rucellai e circondata da vigneti. Tre vigneti, per l’esattezza, dai terreni e le esposizioni estremamente diversi, con Sangiovese e qualche pianta di Canaiolo: Pietraia, esposta a sud, argillosa e ricchissima di pietre, come dice il nome stesso. Le Croci a nord-nordest, con argille bianche, verso Poggio a Caiano, gialle al centro e con terreni calcarei verso Seano. Nella terza vigna, a nord, è piantato il Cabernet Sauvignon (l’uva francesca, come veniva chiamata in zona) su argille collose e gialle nella parte alta e sabbia e tufo in quella bassa. La coltivazione è stata indirizzata verso il biologico fin dall’inizio, secondo i desideri di Vittorio, e poi si è estesa a tutta l’azienda, che dal 2015 è certificata bio.
Una sorta di blend naturale, che ha permesso di creare un vino ricco di sfumature e che, alla prova del tempo, ha mostrato una longevità davvero inaspettata. Nato come Carmignano Riserva Doc Villa di Trefiano, negli anni successivi perde la dizione Riserva per poi ritrovarla in tempi più recenti diventando Carmignano Riserva Docg Trefiano, con in etichetta il nome del suo ideatore, sotto lo stemma di famiglia. A festeggiare i suoi 40 anni, con l’uscita – nel 2023 – dell’annata 2019, la famiglia al completo, quarta e quinta generazione tutte coinvolte nella gestione e nel lavoro in azienda, Beatrice, Benedetta e Filippo con figli e nipoti: Ettore, l’attuale amministratore delegato, Gaddo e Serena. Con loro, a presentare il vino e le diverse annate, l’enologo consulente Franco Bernabei.
Pochi i cambiamenti avvenuti in questi quarant’anni. Inalterato il blend, con l’80% di Sangiovese e quel 20% residuo diviso equamente tra Canaiolo e Cabernet Sauvignon, con piccole oscillazioni dovute all’annata. Una piccola variazione nei legni di maturazione, dalle botti verso i tonneau, mediamente per 18 mesi, seguito da un affinamento di minimo un anno in bottiglia. Dalla consulenza di Vittorio Fiore si è passati a quella di Franco Bernabei, con la mano dei familiari sempre presente: prima Vittorio, poi – dall’annata ’98 – Benedetta.
Non tutte le annate prodotte, dicevamo, e una tiratura limitata: dalle 9 alle 13 mila bottiglie per anno di produzione. Una limitazione dovuta alla volontà di mantenere sempre alto il profilo di questo vino, rispettando al massimo i vigneti di provenienza.
Queste le 10 annate che abbiamo degustato. Clicca sulle schede in basso per leggere la descrizione, il punteggio e il prezzo.