DegustazioniLa verticale

Pio Cesare festeggia i 30 anni del Barbaresco Il Bricco

Verticale Barbaresco Il Bricco Pio Cesare

Rimasto nascosto, il Barbaresco Il Bricco è un vino che con il suo grande potenziale evolutivo ci conferma l’intuizione di Pio Boffa, che acquista il vigneto a Treiso nel 1972 e inizia a produrre questo vino nel 1990.

Per volontà di Pio Boffa, l’acquisto del vigneto di otto ettari, a 400 metri slm sulla collina di Treiso, avviene all’inizio degli anni settanta. Prima dell’Ornato (1974), a Serralunga d’Alba. Vigneti ambo quasi in monopole, le cui uve sono vinificate nella cantina al centro storico di Alba. Cantina che si sviluppa in quattro piani sottoterra e sfrutta il rivoluzionario sistema di pompe messo a punto dal padre di Pio (ingegnere alla Innocenti di Milano), che nel 1942 molla tutto per dedicarsi alla cantina ereditata dalla moglie. 

Federica Boffa Pio e Cesare Benvenuto, quinta generazione di Pio Cesare
Federica Boffa Pio e Cesare Benvenuto, quinta generazione di Pio Cesare


Una sfida, un’energia, una voglia di rivalsa, che Pio ha vissuto sviluppando uno
spirito imprenditoriale che lo porta a proiettarsi nel futuro, riuscendo a capire dove andare e quale vento seguire. Superando la paura del tempo. 

Con i primi effetti del cambiamento climatico Pio aveva già in casa, ma come proprietario, le uve che dapprima comprava. Da qui, le studia e vinifica: fa spazio in cantina. La prima uscita pubblica di un vino prodotto da singola annata è il Barolo Ornato (1985). Un passo importante, su suggerimento di Veronelli. Non si tratta di vino migliore o peggiore di altri, ma con caratteristiche diverse. 

Il percorso invero inizia nel 1972, con l’acquisto de Il Bricco di Treiso, dove l’azienda comprava uve da cinquant’anni. Pio inizia a sperimentare le prime vinificazioni – le cosiddette parcellari – che si svilupparono (in seguito) in Langa. Prima di presentare un vino dalle uve raccolte dalla sommità della collina marnosa e sabbiosa ci serviranno anni. Ed è anche questo, forse il motivo principale, che ha reso questo Barbaresco un vino più sottotraccia rispetto agli altri dell’azienda. A farlo restare indietro nel mercato c’è poi il periodo di affinamento: un anno in più rispetto a quanto richiesto dal disciplinare di produzione: 3 anni. Un Barbaresco trattato come un Barolo. 

Pio Cesare, muro romano in cantina
Pio Cesare, muro romano in cantina


Una scelta imposta dal luogo stesso,
maturazioni diverse e una stilistica che cambia, non tanto in favore del gusto del mercato, cambiato nel tempo, ma piuttosto in accompagnamento alle diverse maturazioni delle uve. Si guarda alla leggerezza e all’espressività del frutto, che si percepisce soprattutto nell’ultimo Barbaresco Il Bricco Docg 2020. 

Dal 2012 in cantina prendono vita una serie di cambiamenti: meno barrique, più legno grande e cemento. A chi chiede se si è tradizionalisti o modernisti, Federica Boffa, alla guida della cantina assieme al cugino Cesare Benvenuto, risponde: “Noi siamo Pio Cesare”. Estrazioni diverse, meno barrique, solo follature e nessun rimontaggio. Il risultato è una stilistica che guarda al gusto contemporaneo e che racconta l’annata. Il senso di proporre e raccontare il progetto de Il Bricco attraverso una verticale è proprio questo: “presentare il vino attraverso quelle annate considerate minori”, come racconta il cugino Cesare. 

Pio Cesare Box Anniversario
Pio Cesare Box Anniversario


In uscita nel mercato abbiamo il 2020, ma in occasione del compleanno dalla nascita di questo Barbaresco da singolo vigneto, in scena il 22 maggio scorso a Milano presso il ristorante di Cracco, la famiglia ha proposto in batteria anche vini di
annate considerate “minori”: dal 1997, al 2004, 2009, 2011 e 2015. Con un 1997 che accenna qualche ruga di stanchezza, pur restando in piedi e con energie, un 2004 che ci dimostra essere in pieno stato di grazia, con ancora doti e attenzioni nel suo raccontarsi, prima di un 2009 spontaneo, in cui si percepisce il netto giro di boa dell’azienda verso un cambio di approccio in vinificazione che si palesa in maniera altrettanto convincente, nella calda annata 2011 e nella 2015, ma con meno propulsione, ma un sorso potente e compiuto nel frutto.

PER LEGGERE LE DESCRIZIONI DEI VINI, CON IL PUNTEGGIO E IL PREZZO MEDIO A SCAFFALE, CLICCA SULLE SCHEDE SOTTOSTANTI.

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