Alla ricorrenza di San Valentino si bevono vini rosati, nella (falsa) convinzione che siano i vini più graditi dalle donne. Quale che sia la scusa, ve ne proponiamo 5 da stappare in dolce compagnia e vi garantiamo che non ve ne pentirete.
Che sia perché “lui” pensa di far felice “lei”, che sia per l’esatto contrario, stappare una bottiglia di rosato per la festa degli innamorati è un’ottima scusa, soprattutto perché questi che vi presentiamo sono vini di sicuro livello qualitativo.
Ci siamo concentrati sui rosati del Sud, pescando non solo in Puglia, nel Salento, patria riconosciuta di una tipologia e uno stile che da sempre hanno conquistato l’Italia, ma anche nell’altra regione storica per la produzione dei rosati, l’Abruzzo, con un Cerasuolo Doc che viene dalle Colline Teramane, per finire con un Gaglioppo Rosato in rappresentanza di un’altra regione meridionale, la Calabria, dove la cultura dei rosati è in crescita.
Partiamo dai pionieri dei rosati salentini: l’azienda Leone De Castris a Salice Salentino, di cui proponiamo lo storico Five Roses. Piernicola Leone de Castris è l’erede di questa dinastia di viticoltori, la cui origine risale ad almeno tre secoli fa, e che hanno dato un contributo decisivo alla cultura della vite e del vino in Puglia. Oggi guida una cantina moderna ed efficiente, che sforna etichette di pregio e che fa onore alle sue storiche radici.
Poco distante da qui troviamo Cantele, di cui abbiamo scelto il Rohesia 2021. L’azienda ha meno di quarant’anni, ma si è ritagliata nel tempo un ruolo da assoluta protagonista nel mondo salentino. Merito dei fondatori, Giovan Battista e Teresa, e oggi dei loro nipoti ed eredi, con Gianni Cantele in prima linea nella realizzazione tecnica dei vini.
A una decina di chilometri di distanza ecco Castello Monaci, di cui Vitantonio Seracca Guerrieri e sua moglie Lina Memmo, ultima erede degli antichi proprietari, sono i fortunati castellani. Il Castello Monaci è una struttura fortificata risalente al Cinquecento, ed è stata più volte restaurata. Tutto intorno vigne a perdita d’occhio, circa 210 ettari, oggi curati dal Gruppo Italiano Vini che si occupa anche della produzione vitivinicola e della commercializzazione. Vi presentiamo il Kreos 2021.
Risalendo in Abruzzo, troviamo l’azienda Prope, che è qualcosa di più della semplice dépendance abruzzese della cantina marchigiana Velenosi, che si trova ad Ascoli. Ormai è un’azienda autonoma per strutture di cantina e ovviamente per vigneti, tutti collocati nella zona delle Colline Teramane, nei pressi di Controguerra, proprio sulle alture che dominano la sponda abruzzese del fiume Tronto. Qui il vitigno Montepulciano regna sovrano ed è ovviamente protagonista anche di questo Cerasuolo d’Abruzzo 2020.
Chiudiamo passando dalla sponda adriatica alla terra tra i due mari, la Calabria, per trovare in Contrada Montino ad Altomonte l’azienda agricola Terre di Balbìa, praticamente a metà strada tra il Tirreno e lo Ionico. Giuseppe Chiappetta con i figli Marco e Luca e il fratello Nicola si impegna principalmente nella valorizzazione dei vitigni autoctoni Gaglioppo e Magliocco, con l’aiuto della ditta Simonit & Sirch per i vigneti e dell’enologo e produttore pugliese Gianfranco Fino in cantina. Di loro abbiamo scelto il Ligrezza 2021.
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