Vézelay è un angolo di Borgogna bianca sconosciuto ai più. Paolo Valdastri ce ne parla, grazie a un’esperienza inconsueta ma utilissima per approcciarsi a una regione vinicola lontana.
Forse Don Abbondio aveva idee più precise su chi fosse Carneade rispetto a quelle di un normale appassionato italiano di vini su dove si trovi Vézelay. Eppure siamo in Borgogna, una delle regioni vinicole più famose al mondo. Ma “Vèzelay, chi era costui?” se lo chiede anche chi ha acquistato l’ottava edizione di The World Atlas of Wine di Hugh Johnson e Jancis Robinson, come dire la Bibbia del vino mondiale, uno dei libri più completi e prestigiosi sul vino. Ebbene Vèzelay non è citato nell’indice. Per trovarne una traccia occorre andare sulla carta generale della Borgogna, dove si trova la posizione del Vèzelien, vicino ad Avallon e Chablis, ma senza informazioni né commenti.
Nell’edizione 1995 di Burgundy di Antony Hanson (Faber and Faber, London) si trova soltanto una descrizione della cooperativa Bernard Raveneau SICA La Vézelienne, dieci coltivatori di questo distretto vinicolo in fase di decollo. “Scarso aiuto proviene dall’INAO sull’uso del nome di origine Vézelay per lanciare questi sconosciuti eccellenti vini”.
Bisogna arrivare al 1997 perché Vézelay riceva il riconoscimento ufficiale come denominazione Aoc Bourgogne Vézelay e al 2017 come denominazione “Village” e solo per i vini bianchi. Si tratta della 44ma denominazione Village della Borgogna. Camillo Favaro e il compianto Giampaolo Gravina in Vini e Terre di Borgogna, 2018, recensiscono un’azienda di Vézelay, La Croix Montjoie, “la gamma è centrata sui vini bianchi e si snoda essenzialmente su tre etichette selezionate in base alla diversa maturazione delle uve e alla diversa età delle vigne, e non per le differenze tra i climats. Se si organizza un viaggio in Borgogna… sarebbe un peccato non inserire nel programma una visita al paesino di Vézelay.”
Entriamo nella denominazione
Geograficamente siamo nella zona più a nord della Borgogna e ci si arriva percorrendo la strada da Beaune verso Chablis. Nel 2018 aveva una superficie Aoc di 256 ettari di cui in produzione 70,92 in quattro villaggi: Vézelay, Asquins, Saint-Père, Thairoiseau. Attualmente sono operative 20 aziende che coltivano un’unica varietà: lo Chardonnay. La produzione media annuale è di 2.183 hl, circa 290.000 bottiglie.
I vigneti di Vèzelay sono situati su una riva e sull’altra del fiume Cure, affluente dell’Yonne. La presenza della vigna è testimoniata fin dall’epoca gallo-romana e aveva raggiunto il suo apogeo nel XVIII secolo con 500 ettari vitati. Poi la fillossera ha pressoché fatto scomparire la vite fino al 1973 quando è stata rilanciata da un manipolo di una decina di eroici viticoltori, capitanati da Marc Meneau ristoratore de L’Esperance di Saint-Père-sous-Vézelay.
Perché parlare di Vézelay?
Perché occuparsi di una zona di produzione di soli vini bianchi, così poco conosciuta sul nostro mercato e pressoché introvabile nella maggior parte delle enoteche nostrane?
Il primo motivo riguarda la frase: “ma in definitiva i francesi non hanno nulla da insegnarci”. Il secondo motivo consiste nel cercare una risposta al sentimento radicato nelle piccole Doc nostrane: “nessuno ci conosce! Perché non si parla mai di noi?”. Mantra ripetuti fino alla noia, senza però mai trovare il bandolo della matassa. Terzo e fondamentale motivo: la ricerca di un buon bianco di Borgogna a un prezzo umano e di conseguenza poter fare un confronto sensato tra le nostre produzioni di bianchi e quelle straniere meno note.
L’occasione: un bel giorno ricevo dal BIVB (Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne) un invito ad iscrivermi al seminario: “Rendez-vous avec les vins de Bourgogne, l’AOC Vézelay” che comprende un educational workshop e un tasting online. L’incontro online prevede una relazione tenuta da Robin Kick MW, interviste con i produttori e professionisti del settore, la degustazione di 6 vini grazie alla spedizione di una tasting box con sei campioncini da 40ml. Incuriosito ho accettato subito l’invito.
La dimostrazione di professionalità: prima dell’arrivo dei campioni, mi sopraggiunge tra capo e collo un impegno che non potevo rifiutare. Dispiaciuto, scrivo al BIVB dicendo di non essere sicuro di poter partecipare e che quindi riservino la campionatura a qualcun altro. La risposta è stata: “Merci pour nous avoir informés de votre empêchement. Si jamais vos engagements changent, n’hésitez pas à vous joindre à la présentation en live“. Ovvero, ti spediamo lo stesso i campioni, hai dimostrato interesse. E in effetti alla fine sono riuscito a rientrare in orario per seguire comodamente tutto il programma ed ecco il risultato.
Il terroir
Abbiamo accennato all’importante presenza del fiume Cure, affluente dell’Yonne. La valle della Cure è delimitata, a ovest, da un versante profondamente frastagliato con numerose valli parallele, caratterizzato da una successione di speroni rocciosi dominati da quello di Vézelay. Il vigneto è esposto a sud-sudest e si trova tra i 190 e i 330 metri sul livello del mare. I dati climatici mostrano una temperatura media annuale di 10,7°C, con una precipitazione media annuale di 732 mm. Il sottosuolo è formato da marna e calcare depositatisi nel corso di 15 milioni di anni, durante il periodo Giurassico, con presenza di caratteristiche conchiglie fossili a forma di cuore. Le differenze tra riva sinistra e riva destra sono molto spesso messe in evidenza e corrispondono a due diverse situazioni pedoclimatiche. La riva destra a est dà vini più fruttati grazie a una prevalente esposizione a sud, sud-est mentre la riva sinistra a ovest è percorsa da correnti fresche e offre vini decisamente verticali e salini.
La degustazione ha confermato per intero le aspettative
Nonostante le differenze tra riva sinistra e riva destra, o tra diverse maturazioni e affinamenti distribuiti tra inox e rovere, lo stile di questi vini è ben delineato. Grande rigore nel far risaltare il territorio, con tutti gli sforzi tesi a controllare in vigna le difficoltà climatiche inevitabili in una zona così a nord, esposta a gelate e correnti fresche. Forse il cambiamento climatico in atto gioverà a questa situazione, riducendo le criticità annuali. Troviamo vini lineari dai profumi freschi, a tratti vegetali fini, mai invasivi. Il palato si destreggia tra le affilate acidità e la struttura non è mai cedevole, il risultato finale associa piacevolezza e agilità di beva a una solidità non banalmente larga. La lunghezza infine è sempre pienamente adeguata. I vini sono certificati bio o in conversione.
I prezzi sono riferiti alla reperibilità online. Si tratta di prezzi accessibili, nella maggior parte dei casi in linea con quelli dei più conosciuti bianchi nostrani. In questo caso, in più, si ha la sicurezza che la cifra pagata corrisponde ad un adeguato stile e a una sicura qualità e che alla fine non resteremo delusi dall’assaggio.
Sul fronte abbinamenti, si tratta di vini molto adatti a crostacei e frutti di mare, formaggi di capra freschi o a pasta dura. Con l’intervento del rovere si accompagnano bene a pollame o carni bianche.
Nelle schede sottostanti il dettaglio della degustazione:
Vézelay 2020 Simonnet-Febvre
94 – € 18
100% Chardonnay. L’azienda possiede 64 ha di vigneti dal suolo di argilla e calcare. Età media vigneto 25 anni. Acciaio. Giallo paglierino scarico. Profumi intensi di cedro e menta, frutti bianchi e richiami di guscio d’ostrica. Sapido, fino a salino, fresco con bella acidità non aggressiva, ha molto in comune con lo stile Chablis. Un vino dallo stile molto lineare, di buona articolazione e grande piacevolezza.
Gradazione alcolica: 13% vol.
Vézelay 2020 Domaine Des Coeuriots
90 – 18€
100% Chardonnay da 9 ha in agricoltura biologica dal 2021, situati per la maggior parte sulla riva sinistra, una piccola parte sulla riva destra in due particelle. Il nome coeuriots richiama i fossili a forma di cuore presenti nei suoli argillo-calcarei dei vigneti. Dopo la fermentazione riposa dai 9 ai 12 mesi sui lieviti.
Giallo paglierino deciso. Al naso una nota delicatamente affumicata, di pietra focaia, poi frutta tropicale e leggero floreale di sambuco. Anche al palato ripete i sentori di frutta, mango e chiusura di lime. Freschezza salmastra compensata da una certa grassezza di frutto, un vino dotato di una discreta complessità e buona personalità.
Gradazione alcolica: 12,5% vol.
Vézelay 2021 Vignerons de la Colline Eternelle
89 – 17.50 €
100% Chardonnay da 20 ha di vigna coltivati da 7 vigneron nel rispetto dell’ambiente, con vendemmie manuali e agricoltura ragionata. Le vigne sono situate su entrambe le rive e il Vézelay è un assemblaggio delle due diverse zone.
Giallo paglierino brillante con riflessi verdi. Al naso si avvertono note vegetali accompagnate da frutta tropicale, mango, melone, ananas. Ha una struttura molto delicata e leggera, ma sostenuta da acidità vibrante. Un vino non impegnativo, ma di grande bevibilità e piacevolezza.
Gradazione alcolica: 12,5% vol.
Vézelay En Merlutte 2022 Domaine de la Croix Montjoie
93 – 20 €
100% Chardonnay da 15 ha di vigne in biologico prevalentemente sulla riva destra su un bel costone del villaggio di Tharoiseau. Fermentazione in acciaio poi 9 mesi in botte usata da 350 l.
Giallo paglierino abbastanza intenso con riflessi dorati. Accanto al frutto bianco si avvertono note di crosta di pane, brioche, sempre presenta la nota iodata. Il palato è coerente con i profumi, ha buona presenza alcolica e ripete il sentore vanigliato di pasticceria pur sempre affilato da freschezza e sapidità. Il finale si rivela di buona profondità ed eccezionale lunghezza.
Gradazione alcolica: 13%vol.
Vézelay 2022 Domaine Sainte Madeleine
91 – 22€
100% Chardonnay da due particelle sulla riva destra su suolo argilloso-calcareo giurassico. Età media delle vigne 34 anni. L’azienda, nata nel 2020, è l’ultima creata in questa giovane denominazione. Fermentazione naturale con lieviti indigeni e affinamento in acciaio.
Giallo paglierino intenso. Al naso rivela sentori di pietra focaia e vegetali di foglie di alloro e caprifoglio accompagnate da frutta bianca, mela e pera poco mature. In bocca sorprende per una struttura vigorosa, è morbido e fresco con bella presa acida e grande lunghezza. Una bella espressione della riva destra.
Gradazione alcolica: 13% vol.
Vézelay L’Impatiente 2022 Domaine de la Croix Montjoie
96 – 35 €
100% Chardonnay, bio. Fermentazione e maturazione per 9 mesi solo in inox. Giallo paglierino carico. Rispetto al Vèzelay En Merlutte è più spigliato, ha maggiore presenza di frutto fresco, fiori bianchi e una netta nota salina e iodata che ricorda le alghe. In bocca è solido con un bel frutto maturo che domina il profilo, ha bella sapidità e grande lunghezza. Un vino di grande razza dal carattere deciso e lineare che si affida per intero al terroir.
Gradazione alcolica: 13,5% vol.