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Spumanti dell’Etna

Notevoli miglioramenti per gli spumanti dell'Etna. La produzione spumantistica si sta diffondendo sempre più sul vulcano con risultati interessanti. Spumanti metodo classico dagli affinamenti sempre più lunghi.

Vulcanici di nome e di fatto, sono l’animo effervescente di un territorio esplosivo. Spumanti dell’Etna, bollicine metodo classico che raccontano di un territorio e di due varietà d’uva principali che segnano uno stile e posizionano a pieno diritto questi vini tra le eccellenze della spumantistica italiana. 

L’associazione Spumanti dell’Etna

A raccontarle, radunarle e promuoverle ci pensa Spumanti dell’Etna, associazione dal nome evocativo che raduna produttori dell’areale Etna, presieduta da Francesco Chittari. Conditio sine qua non per far parte dell’Associazione produrre metodo classico sull’Etna (a onor di cronaca esistono anche Charmat ma non rientrano nel progetto di promozione). 

Le varietà non sono determinanti anche se, è evidente, Nerello vinificato in bianco o in rosa, e Carricante la fanno da padroni. A caratterizzare questi vini, siano essi Doc, Vsq o Igt sono le soste sui lieviti mediamente lunghe. 

Cena a Catania per gli spumante dell’Etna

L’Etna, mi insegnano, è caratterizzata da eruzioni che scorrono lentamente… la lava scorre piano ma inarrestabile lunghi i fianchi della montagna. Sembra quasi che il ritmo dell’evoluzione di questi vini le assomigli, lento e inesorabile. Così passano i mesi, passano gli anni e si sperimenta sempre di più passando da 24 a 36 a 48 a 60… fino a 90, 120 mesi. Crescono i numeri dei mesi passati sui lieviti così come cresce la tecnica e il padroneggiamento della stessa da parte dei produttori. Sempre più bravi, sempre più esperti anche nella spumantistica ma soprattutto sempre più consapevoli delle potenzialità che questa tipologia di vino rappresenta. 

L’evento di presentazione

L’Associazione organizza ogni anno un evento di presentazione al pubblico e alla stampa dedicato agli spumanti metodo classico. Edizione 2023 ha visto protagonisti luoghi storici e spettacolari della città di Catania come palazzo Biscari. Città così vicina e così “overseen” dalla Montagna eppure così ancora poco avvezza al consumo di queste bollicine. Gli spumanti dell’Etna hanno grande personalità e non temono più il confronto con gli altri grandi vini da rifermentazione in bottiglia siano essi Franciacorta o Trento (per fare due nomi rappresentativi). Da quei grandi nomi negli anni hanno preso ispirazione e imparato tanto, e oggi finalmente possiamo parlare di uno stile Etna anche per le bolle. 

Lo stile degli spumanti etnei

Spumanti metodo classico dai lunghi affinamenti, l’ho già detto, dai dosaggi contenuti (per vocazione ma anche perché nati in un momento storico dove il gusto del consumatore vuole il vino più secco), blanc de noir, blanc de blanc oppure rosé. Sospendendo un attimo il giudizio sui rosé, dove a mio avviso manca uno stile di riferimento e si sta ancora sperimentando, per quanto riguarda la vocazione di Nerello e Carricante a dare basi spumante e successivamente bollicine un elemento è balzato subito all’occhio, il colore. Giallo carico, a tratti fluorescente. Detta così sembra strano ma specialmente il confronto con altre bollicine di altri territori è stato fondamentale per evidenziare come questi spumanti dell’Etna abbiamo un colore carico, intenso, brillante, tridimensionale. Davvero accattivante. Il gusto è tagliente, diventa più morbido e fresco sebbene sfaccettato, nel corso degli affinamenti più lunghi, specialmente se parliamo di Nerello in bianco. Carricante a mio avviso più interessante sul medio termine, profondo e goloso nel gusto, materico al palato. 

Spumanti sfaccettati

Ci vuole pazienza con questi vini, a tratti resilienti. Ottimi da soli come aperitivo danno il meglio di sé quando abbinati a tavola, prestandosi a una serie pressoché infinita di abbinamenti. Dalla carne, al pesce, ai primi piatti fino a proposte vegetariani e vegane. Sfaccettato è l’aggettivo che meglio si associa a questi prodotti, proprio per la loro immensa versatilità. 

Il gusto degli spumanti dell’Etna è memorabile, non per questo però adatto a tutti i palati. Il primo assaggio di un consumatore neofita va fatto consapevolmente, e potrebbe rivelarsi davvero intenso. Ma dopo il primo sorso difficilmente non ne chiederà un secondo. Azienda come Nicosia, Murgo e Tenute Mannino stanno investendo molto in termini di numeri e spazi nella sperimentazione e produzione di questi vini iniziando a fornire al mercato non solo varietà di prodotti ma anche di affinamenti. 

Degustazione degli spumanti dell’Etna

Suggestivo l’assaggio delle prime magnum di 120 mesi di Murgo, 100% Nerello in bianco. Un vino senza età e senza tempo, come se fosse nato ieri, portava elegantemente i suoi 10 anni sui lieviti. Altro assaggio sorprendente quello di Desto, degno di nota il 36 mesi brut così come il neo nato 90 mesi. Ma la mia grande scoperta è stato il lavoro di Antichi Vinai 1877, azienda famigliare che con le sue Bollenere ha fatto centro. Complesse, distintive e per nulla banali, si sono rivelate una bella scoperta. 

PER LEGGERE LE DESCRIZIONI DEI VINI, CON IL PUNTEGGIO E IL PREZZO MEDIO A SCAFFALE, CLICCA SULLE SCHEDE SOTTOSTANTI.

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