L’azienda si trova in località Paglieri, a Barbaresco. In totale, la famiglia possiede 20 ettari di terreno, dei quali 15 ettari vitati, nelle aree più vocate di Barbaresco e Barolo. Il fiore all’occhiello è costituito dai vigneti del Pajé.
La storia parla della famiglia Roagna a Barbaresco praticamente… da sempre. Già dalla fine dell’800 i Roagna, Vincenzo e Rosa, avi di Luca Roagna (oggi titolare con papà Alfredo, e conduttore dell’azienda) vinificavano il vino Barbaresco. La bisnonna di Luca, Rosa, restò vedova nel 1920 a causa della febbre spagnola. La nonna Maria Candida Rocca sposò suo nonno Giovanni Roagna nel 1929, portando in dote la vigna del Montefico. In quegli anni la cantina era in centro al villaggio di Barbaresco. Acquistarono la cascina del Pajé del 1953 e nello stesso anno nacque papà Alfredo.
L’anfiteatro del Pajé
Il Pajé è un anfiteatro, una classica lingua di terra tipica delle Langhe. I Roagna sono proprietari di 2.09.64 ettari di cui 0,52 sono destinati al Crichet Pajé.
Nonno Giovanni iniziò a conoscere meglio l’anfiteatro del Pajé e dal 1958 selezionò la parte destinata al Crichet Pajé che al tempo portava il nome di Riserva o Riserva di famiglia. La scelta venne fatta perché quella parte di collina, molto più calcarea, dava vini più strutturati, che avevano bisogno di più tempo per maturare e che esprimevano la complessità maggiore di tutte le vigne. Dal 1978 papà Alfredo decise di dare il nome Crichet Pajé. Crichet, dal dialetto piemontese, significa piccola collina, che è la zona dove il Nebbiolo si esprime meglio.
Per molti anni il nonno e il babbo di Luca hanno prodotto il Crichet Pajé e il resto ovvero la parte rimanente di Pajé con Asili e Montefico venivano vinificati insieme per dar vita al Barbaresco classico. Solo in alcuni grandi annate si vinificava per particella.
Luca Roagna
Luca ha iniziato a vinificare nel 2001, post scuola enologica a 20 anni, grazie al babbo che ha lasciato molto spazio in azienda al talentuoso rampollo il quale già da subito aveva le idee molto chiare, in merito: qualità estrema e valorizzazione del vigneto lavorando e vinificando per vigneto singolo. Nel 2007, ha separato le partite delle piante di oltre 50 anni di età (oggi oltre 70 anni) per le ormai celebri selezioni di Vecchie Viti.
Lo studio sulle grandi aree vinicole francesi, soprattutto Borgogna, ha portato Luca ad una estremizzazione e, quasi, sublimazione del concetto di qualità: rese bassissime, selezioni feroci dei grappoli, lavoro in cantina tecnicamente ineccepibile, sfruttando conoscenze personali tecnico scientifiche assolutamente ineccepibili, frutto di passione, esperienza derivata da tante generazioni di vignaioli, capacità personali.
Nel Pajé, con esposizione sud- sudovest con altitudine media di 230 metri, tutte le piante arrivano da antiche selezioni massali: a Luca piace parlare di “individui” perché ogni pianta è diversa dall’altra. Tutte insieme creano quella sinfonia ben rappresentata da vini dalle caratteristiche eccezionali
Importante, inoltre, lo studio e la ricerca continua di piante da seme per ottenere nuovi individui più resistenti alle fitopatologie classiche e che si possano anche adattare al cambiamento climatico, ma questo è per il futuro a lungo termine.
Parlando di suolo, il vigneto del Pajé è il terreno con contenuto di calcare attivo fra i più alti presente nell’intero comprensorio, terreni molto bianchi ed estremamente poveri che portano ad una produzione equilibrata senza bisogno di diradamenti o pratiche estreme in vigna.
Nasce la Riserva di Crichet Pajé
Dal 2023 ha deciso di valorizzare ulteriormente l’identità del suo vino di punta immettendo una piccolissima selezione di Crichet Pajé elevata a Riserva, una selezione limitatissima dalle caratteristiche eccezionali: un Crichet Pajé che è stato imbottigliato all’ottavo anno, con extra invecchiamento in cemento per una decina di anni. L’idea è vicina a quella dei champagne late degorgement, ovvero lasciare il vino in contenitore neutro, quasi come fosse in una grande bottiglia, senza scambi con l’esterno, con al fondo feccine che mantengono il vino in riduzione e lo aiutano ad aumentare la complessità e l’eleganza.
Oggi i Roagna producono una gamma di vini ormai ai vertici delle rispettive denominazioni e il Barbaresco Crichet Pajé si inserisce, assieme ad altri stupendi rappresentanti di Langa, nel gotha qualitativo non solo nazionale ma internazionale, dove gli assaggi comparati con le più grandi espressioni enologiche mondiali, ne sottolineano l’indubbio valore.