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Nasce Fabri, il nuovo rosato di Rivera

Fabri è il nuovo vino rosé interamente dalle uve pugliesi Nero di Troia che la famiglia De Corato dedica a Fabrizio, scomparso prematuramente lo scorso anno.

Dal 1950 la famiglia De Corato, titolare di Cantina Rivera, ha saldamente legato il proprio nome alla storia dell’enologia di qualità in Puglia ed è l’interprete di un territorio autentico e dalla forte personalità. “Sperimentatori per tradizione”, in tempi inattesi i De Corato avevano intuito il grande potenziale vitivinicolo della zona collinare dominata dal Castel del Monte, nell’agro di Andria, sull’altipiano tra le colline della Murgia e il mare Adriatico, la terra del Nero di Troia

Un po’ di storia

L’avventura ha avuto inizio quando Giuseppe De Corato nel 1921 acquistò la vasta tenuta, da cui l’azienda prende il nome, appartenuta per secoli alla nobile famiglia aquilana Rivera, il cui capostipite Pietro fu capitano dell’imperatore Federico II di Svevia che tanto amò queste terre. 

Sofia Loren nel film La Ciociara

Sin dagli esordi è stato prodotto un rosato da Bombino Nero, in pochi sanno che la commercializzazione è partita quasi in contemporanea con il Five Roses di Leone de Castris e che il rosato di Rivera ha debuttato nel film La Ciociara. In azienda, fa bella mostra di sé lo scatto del frame in cui si vede una giovanissima Sofia Loren che prepara una gustosa spaghettata con a fianco la bottiglia targata Rivera. Nel 1955 il professor Piero Garoglio ha scritto: “Le dirò che il Rosé Riserva speciale 1951 mi è piaciuto, in una veste sobria ed elegante dimostra che in Puglia si sta seguendo da taluni la via giusta per rappresentarla, non soltanto come tipica zona di vini da taglio ma come matura regione di vini fini”. 

Da sempre il Rosé

Grappolo di Nero di Troia

Il Rosé, nonostante l’età, è una etichetta più attuale che mai, potrebbe essere considerato l’antesignano del Pungirosa, dopo una pigiatura soffice, l’uva viene tenuta a macerare per 18 ore per estrarre dalle bucce il giusto colore e le sostanze aromatiche. Secco, leggero e fruttato, è un vino da tutto pasto da servire ben fresco. 

Il fil rouge dei vini Rivera è lo stile enologico che interpreta con rigore i differenti terroir e i vitigni, pur mantenendo un comune e personale equilibrio, eleganza e bevibilità per il piacere dei consumatori più attenti. Uno stile che mette d’accordo il vincolo con la tradizione, l’attenzione verso le evoluzioni della tecnica e del mercato mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo, si pensi al Falcone blend di Nero di Troia e altri vitigni. 

Il castello di Federico II a Castel del Monte

La parola a Seastiano De Corato

La nostra cantina ha 70 anni di storia, alla nascita la promozione del brand era scollegata dal territorio, non esisteva un mercato e pensare al vino di qualità in bottiglia era una utopia – racconta Sebastiano De Corato, titolare e direttore commerciale -. Nel nostro caso c’era solo Rivera. Negli anni ’70 c’è stato uno scossone generale, sono nate le prime Doc, è iniziata una fase di generale rinnovamento. Il nostro è stato un percorso a piccoli passi”. 

Fabri il nuovo nato

Recentemente è stato lanciato Fabri, un nuovo rosato 100% Nero di Troia, un omaggio al territorio e al figlio e fratello Fabrizio de Corato, scomparso prematuramente lo scorso anno. Le uve provengono dalla nuova proprietà aziendale sita in contrada Monte Carafa a 240 metri di altitudine, ai piedi della collina con cui inizia il massiccio calcareo della Murgia, lì dove i Carafa, duchi di Andria, avevano la loro residenza di campagna. Il suolo è calcareo-tufaceo profondo, di antica sedimentazione marina tipico dell’altopiano premurgiano, ricoperto di un sottile strato argilloso. La novità sta nell’affinamento per 4 mesi – prima dell’imbottigliamento – in anfore di terracotta e botti in gres porcellanato, dove si è svolta la fermentazione malolattica.

Il successo di un vino dipende dalla piacevolezza e dall’immediatezza – spiega De Corato – il Nero di Troia è un vitigno poco conosciuto, non conquista velocemente il consumatore, si esprime meglio in eleganza e struttura, mantiene il suo carattere e si distingue senza imitazioni”. Alla ricca lista di etichette già prodotte, si aggiungono anche il metodo classico da Bombino Bianco e da Bombino Nero, due varietà tipiche dell’alta Murgia con una sosta sui lieviti per 24 mesi. 

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