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Il progetto Catarratto. Sarà Lucido?

Feudo Disisa territorio

Dopo il successo del Grillo, è il momento di pensare al rilancio di un altro grande autoctono bianco siciliano: il Catarratto Lucido. Si è mosso il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, presieduto da Antonio Rallo, con un progetto a sostegno del vitigno, che mette in campo un polo di co-progettazione tra pubblica amministrazione, enti di ricerca, imprese ed enti locali.

Iniziamo dal nome: per noi “nostalgici” è Catarratto, ma il progetto punta ad utilizzare il nome Lucido, che un tempo era l’aggettivo che faceva parte del nome completo registrato al Masaaf (così nel Catalogo nazionale delle varietà di vite: Catarratto Bianco Lucido o Lustro) e che si ritiene più idoneo alla divulgazione. Personalmente non sono d’accordo e amo il vecchio nome, ma non è questo il punto. 

Il Catarratto Lucido è numericamente pesante in Sicilia: parliamo di oltre 30.000 ettari di vigneto rispetto alla estensione complessiva del vigneto siciliano di oltre 90.000 ettari. Va da sé che valorizzare a pieno questo vitigno significa garantire competitività alle aziende produttrici e benessere al territorio. 

Ma sarà meglio partire dal principio. Prendiamo quindi l’informativa inviata dal Consorzio e leggiamola insieme.

La premessa

Catarratto Lucido
Catarratto Lucido

Il Lucido riveste un ruolo di rilievo nella viticoltura siciliana, rappresentando non solo una delle varietà più diffuse ancora oggi (il 30% della produzione), ma anche un simbolo della tradizione enologica dell’isola; adattabile e resiliente, contribuisce alla diversità e alla ricchezza della produzione siciliana, offrendo un’ampia gamma di sfumature organolettiche. Le sue potenzialità sono riferibili alla produzione di vini monovarietali, ma anche alla composizione di blend che esprimono l’identità e la complessità del terroir siciliano. 

Antonio Rallo, presidente Consorzio Doc Sicilia e titolare di Donnafugata
Antonio Rallo, presidente Consorzio Doc Sicilia

Il vitigno soffre oggi di una considerazione in certa misura ridimensionata a livello di critica enologica, di media e di mercato. Con il progetto V.I.S.T.A. Lucido, in cui l’acronimo esprime la Valorizzazione Innovativa e Sostenibile dei Terroir delle varietà Autoctone, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, presieduto da Antonio Rallo, ha voluto impegnarsi in qualità di capofila e coordinatore di progetto, a sostegno del vitigno, creando un polo di co-progettazione tra pubblica amministrazione, enti di ricerca, imprese ed enti locali, finanziato nell’ambito della Sottomisura 16.1 del PSR SICILIA 2014-2020.

Il progetto

Il progetto si propone di apportare un contributo significativo al dibattito scientifico di settore, di fornire nuovo impulso al mercato nazionale ed internazionale del Lucido, mirando alla valorizzazione della diffusa varietà siciliana, ma anche alla creazione di un prototipo di approfondimento che potrà essere replicato in analoghi contesti.

L’adesione al progetto da parte di primarie cantine siciliane, dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, sotto la guida del Consorzio Tutela Vini e il supporto di un Innovation Broker, realizza un prototipo condiviso di ricerca applicata in ambito vitivinicolo, volto alla divulgazione di pratiche sostenibili, mirando all’eccellenza e alla distintività dei vini Lucido, garantendo una produzione ecocompatibile, in grado di essere riconosciuta ed apprezzata. 

Il progetto si articola in una serie di attività scientifiche e divulgative, volte ad apportare significativi benefici alla filiera del Lucido e generare un aumento di competitività per le aziende che vi lavorano; non ultima, la finalità di creare una banca dati che le aziende possano utilizzare per misurare i propri impatti ambientali e elaborare protocolli finalizzati alla riduzione delle rispettive impronte. 

La survey tra i produttori

Nell’ambito del progetto è stata condotta un’indagine tra i produttori per mettere in evidenza il percepito degli stessi operatori sullo stato di salute del vitigno, le sue potenzialità di mercato e le azioni più indicate per la sua valorizzazione. 

Al peso del Catarratto Lucido in termini quantitativi, fa riscontro quanto emerso dall’indagine, che riporta, per circa un 70% degli intervistati, l’elevata importanza di questo vitigno per la Sicilia enologica: il Lucido è oggi considerato un vitigno molto identitario per il territorio siciliano. È evidente, tuttavia, che abbia subito negli ultimi anni un ridimensionamento per ciò che riguarda la critica enologica, i media e il mercato. 

Cassette di Catarratto Lucido appena vendemmiato

È stato chiesto ai produttori di individuare le cause di questo processo di flessione: per un buon 50% degli intervistati le ragioni sono da ricondurre ad una qualificazione troppo eterogenea a livello regionale, e in particolare a una non adeguata identificazione degli areali più vocati, come pure a scarsi investimenti in ricerca per approfondire le caratteristiche agronomiche ed enologiche del vitigno; tra le altre ragioni si segnalano le non frequenti testimonianze di eccellenza e una comunicazione poco efficace. 

Le potenzialità dal punto di vista agronomico ed enologico, d’altro canto, sono ritenute buone e nella maggior parte dei casi non vengono segnalati particolari problemi rispetto ad altre varietà.

E il nome?

Per molti produttori l’utilizzo del nome Catarratto ha creato sul mercato qualche problema di diffusione, per difficoltà nel ricordare il termine (soprattutto da parte di un pubblico estero) e per mancanza di vis attrattiva del nome stesso; qualche isolata indicazione da parte di chi, invece, preferisce alla più moderna appellazione Lucido il vecchio nome Catarratto. 

Da parte nostra, riteniamo che il Catarratto (o Lucido che dir si voglia) abbia enormi potenzialità, e se lo diciamo è perché nella nostra storia di degustatori ne abbiamo trovato di estremamente validi. Ve ne segnaliamo cinque che potete trovare attualmente sul mercato.

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