Un evento biennale nato per focalizzare l’attenzione della stampa internazionale sul territorio e sui vini altoatesini. E ci riesce con successo.
È quanto afferma il presidente del Consorzio Vini Alto Adige Andreas Kofler: “La nostra priorità nell’ambito del Wine Summit è dare a influenti rappresentanti dei media un’idea dei contrasti che contraddistinguono l’Alto Adige come territorio vinicolo, ma anche di mostrare loro quanto variegata sia, per quanto comparativamente piccola, la nostra regione vinicola”. Tenendo presente questo obiettivo, da giovedì 7 a domenica 10 settembre è stato predisposto un denso programma che andava da degustazioni di annate, varietà e novità presso la Sala del Carroponte del NOI Techpark a cene presso i singoli viticoltori e tour dedicati a temi specifici, fino alla grande manifestazione finale con Reinhold Messner presso Castel Firmian.
Il giorno dopo la cena di benvenuto al bel Castel Mareccio di Bolzano, ci siamo messi alla prova con le degustazioni di 290 vini da tutto l’Alto Adige, divisi per tipologia. Ovviamente non sono riuscita ad assaggiarli tutti, ma mi sono concentrata sui vini bianchi e sui Pinot Nero e mi sono potuta rendere conto dell’altissimo livello raggiunto dalla vitivinicoltura altoatesina, da lasciare davvero soddisfatti. L’unico settore dove c’è ancora da affinare le armi a mio parere è quello della spumantistica, sebbene alcuni spumanti siano molto apprezzabili, come la Riserva Pas Dosé Comitissa 2019 Lorenz Martini, nitido nelle note gessose, saporito e cremoso, o il Brut Athesis 2020 Kettmeir, fragrante al naso e agile al palato.
Tra i Pinot Bianco quello che mi ha colpito maggiormente è stato la Riserva Renaissance 2019 Gump Hof Markus Prackwieser, molto elegante e vibrante. Tra gli Chardonnay la mia palma va alla Riserva Troy 2020 Cantina Tramin, un vino cui il legno dona complessità, pieno e fresco all’assaggio, e tra i Sauvignon la mia medaglia d’oro va a The Wine Collection 2019 Cantina Produttori San Michele Appiano, un naso esplosivo nella sua finezza e un corpo pieno ed elegante. Proseguendo con i monovarietali, come Sylvaner ho trovato che il Valle Isarco Sylvaner Riserva Sabiona 2020 Cantina Valle Isarco, scattante e tonico, rappresentasse al meglio il vitigno; tra i (pochi) Grüner Veltliner ho preferito il Valle Isarco 2022 Ebner per la sua espressività ed equilibrio, come Gewürztraminer il mio prescelto è stato il Vigna Kastelaz 2021 Elena Walch, un vino elegante e aristocratico. Finisco i bianchi con le Cuvée e incorono il Terlano Riserva Nova Domus 2020 Cantina Terlano, ma mancava il Terlaner I Grande Cuvée della stessa cantina, quindi difficile dire se avrebbe vinto ugualmente.
Per i Pinot Nero il discorso è più facile: la Riserva The Wine Collection 2019 Cantina Produttori San Michele Appiano mi ha davvero impressionato per complessità ed eleganza.
Nella cena con i produttori ero destinata al gruppo abbinato alla Cantina di Bolzano, che ci ha ospitato nel maso Patscheider Hof, un posto in altura dalla vista grandiosa: vigneti, valle, montagne e sullo sfondo il gruppo del Catinaccio, che al tramonto ha rappresentato uno spettacolo da imprimersi per sempre nella memoria.
A rendere più golosa la serata avevamo anche tre cantine ospiti: Cantina Valle Isarco, Tenuta Köfererhof e Josef Weger. Il risultato è stata una serata spumeggiante, con bottiglie interessanti, ottimi piatti e poi racconti, aneddoti e un tuffo nel mondo altoatesino. Come ha commentato Daniele Galler, di Cantina di Bolzano, riportando un detto locale: “Avresti bevuto col secchio e mangiato col badile”.
La mattina successiva ci siamo impegnati in un tour dei vigneti con Peter Zemmer e Helena Lageder seguito da una degustazione dei vini delle cantine Castelfeder, Tenuta Kollerhof e Weingut Sebastian Praxmarer.
Molto interessante il Pinot Nero che Zemmer ha piantato nella Vigna Kofl su terreni di matrice porfirica a oltre 1000 metri, nella zona di Aldino (futura Uga Aldein Eich). Si tratta della Riserva 2021 che matura 12 mesi in barrique francesi per il 50% nuove, molto profumata, snella, agile elegante.
Di Alois Lageder va citato lo Chardonnay Löwengang 2020, un vino storico, tra i primi bianchi ad essere messo in barrique. Ricco di note fumé e cremoso.
L’Alto Adige Wine Summit 2023 si è concluso con una bellissima serata a Castel Firmian in compagnia del leggendario alpinista Reinhold Messner, che ha parlato del suo rapporto con la montagna e con il vino. Sicuramente da visitare il museo dedicato alla montagna realizzato all’interno del castello.