Si fa sempre più evidente il nuovo corso del Villa Gemma, Montepulciano d'Abruzzo Riserva simbolo dell'azienda Masciarelli e dell'Abruzzo tutto, da 11 anni nelle mani di Miriam Lee, figlia primogenita di Gianni Masciarelli e Marina Cvetic.
Può un’etichetta storica e fortemente connotata dall’uomo che l’ha ideata diventare emblema del nuovo corso al femminile dell’azienda? Miriam Lee Masciarelli ha dimostrato che è possibile, perché, oggi, il volto e la mano che si intravedono dietro al Villa Gemma non sono più quelli del padre Gianni, ma, inequivocabilmente, i suoi.
Parliamo, ovviamente, dell’azienda abruzzese Masciarelli e del Montepulciano d’Abruzzo Riserva Villa Gemma, vino simbolo dell’azienda come dell’Abruzzo tutto, che è stato presentato alla stampa milanese in anteprima nel nuovo millesimo 2018.
Marina Cvetic, che ha preso in mano le redini dell’azienda dalla scomparsa del marito, sin dalla nascita di questa etichetta si è trovata «a fare da cavia», come lei stessa ha affermato sorridendo, dapprima con il marito e oggi con la figlia, l’ha definito «un vino che dà benessere». E, calice alla mano, è stato impossibile non darle ragione. La 2018, del resto, è stata un’ottima annata in Abruzzo e più fresca rispetto alla 2017.
«Il Villa Gemma è un vino che vissuto tanti rinascimenti negli anni – ha raccontato Marina – ha cambiato vigneto più volte, ma, soprattutto, ha cambiato mano». Voluto da Gianni Masciarelli nel 1984 – l’uomo che per primo aveva capito il potenziale dei vitigni autoctoni abruzzesi, quelli che “parlavano la lingua della sua gente”, e l’ha trasmesso poi al mondo intero – era diventato quasi una reliquia sacra e intoccabile in azienda dopo l’improvvisa scomparsa del patron nel 2008. È stata la figlia primogenita della coppia, Miriam Lee, ad accogliere senza timore, undici anni fa, il difficile compito di farsene carico. Del resto lei aveva “vissuto” questo vino sin da quando era bambina, affiancando sempre il padre in vigna come in cantina e, soprattutto, in occasione delle degustazioni delle grandi etichette che erano state fonte di ispirazione per Gianni.
Siccome in questa famiglia sono cosa ormai acclarata il coraggio e la risolutezza delle sue donne, è così che, con il pragmatismo della madre e lo spirito visionario del padre, Miriam ha trovato persino il coraggio di rinnovarlo, il Villa Gemma. Dapprima cambiando enologo e affidandosi alla consulenza di Carlo Ferrini; quindi variando la lavorazione, scegliendo di tornare a vinificarlo in acciaio, come si era fatto fino al 1996, quando Gianni era passato alla fermentazione in grandi tini di legno. La maturazione avviene sempre per due anni in barrique, ma non necessariamente dello stesso legno come faceva invece in padre.
Dal 1990, il Montepulciano che compone il Villa Gemma proviene unicamente dal vigneto cru di Cave, 5 ettari di impianto ad alta densità, sulle colline in prossimità di Chieti, a San Martino sulla Marrucina, sede principale dell’azienda. La tipologia dei suoli è un medio impasto calcareo, mentre corsi d’acqua sotterranei garantiscono riserve idriche fondamentali per i vigneti, che non necessitano così di alcuna irrigazione, nemmeno nelle annate più calde. La particolare conformazione geografica della zona, poi, incastonata tra il massiccio montuoso della Maiella e il mar Adriatico, consente una buona ventilazione e un’ampia escursione termica tra il giorno e la notte, garantendo un microclima ideale per produrre uve di qualità.
A rafforzare ulteriormente il legame con la sua nuova patronne, da tre anni l’etichetta partecipa al Masciarelli Art Project, iniziativa voluta e portata avanti da Miriam Lee. Il progetto consiste nell’ospitare di volta in volta al Castello di Semivicoli (il wine resort di proprietà della famiglia) un artista diverso, il quale, lasciandosi ispirare dalla bellezza circostante, realizza un’installazione permanente e un’etichetta speciale. Un modo per impreziosire con una limited edition il vino, in continuità con quella capacità imprenditoriale e quella sensibilità artistica che accomuna i membri della famiglia Masciarelli.