Tra le cose belle del mondo del vino c’è la possibilità di scoprire abbinamenti insoliti e geniali, come in questo caso in cui ai vini de La Colombera sono state abbinate sfiziosità della chef Anna Ghisolfi: stesso territorio, identità e creatività.
L’occasione è allettante, assaggiare i vini di una delle donne del Timorasso, Elisa Semino di La Colombera, in abbinamento alla cucina esplosiva di una grande chef di Tortona, Anna Ghisolfi. Siamo in Piemonte, anzi no, siamo a Milano, nella via più cinese della città, via Paolo Sarpi. Ma va in scena il Piemonte. Quello sud-orientale della provincia di Alessandria, quello bianco, dove insieme al Cortese, l’uva principe è sua maestà il Timorasso. Vitigno ormai sulla cresta dell’onda ma dimenticato per molto tempo e riportato alla gloria grazie al visionario Walter Massa, che lo ha riscoperto e valorizzato con tenacia e intelligenza.
Tra le migliori espressioni di Timorasso, insieme a Massa, Mariotto e Boveri, c’è sicuramente La Colombera di Elisa Semino. La sua storia prende avvio nel 1997 quando, proprio sotto consiglio di Walter Massa, decide di piantare Timorasso. L’azienda è sicuramente tra le prime a credere nel fascino di questo vitigno autoctono che nel suo dna esprime tratti rieslingheggianti – la nota idrocarburica con l’invecchiamento è netta ed elegante – insieme a una pienezza alcolica più mediterranea che lo rende un unicum ricco di fascino.
La degustazione prevede l’assaggio di tre etichette di Timorasso alle quali si affianca, giusto per aprire le danze, una piacevolissima e caratteristica Malvasia Moscata, Alice, anch’essa autoctona del territorio piemontese, dal naso suadente e aromatico ma esuberante il giusto. Un’apertura delicata ed elegante, accompagnata dalle prime creazioni mignon della chef Anna Ghisolfi. Altra icona di Tortona, dove ha il suo ristorante, in una scenografia unica e particolare, una chiesa sconsacrata in cui la cucina è a vista ed Anna la sacerdotessa del tempio. Donna all’apparenza riservata e distante, appena viene interrogata sulle sue creazioni, cambia completamente volto rivelando, insieme a tecnica e creatività, una passione eccezionale e travolgente. Così ad Alice si affiancano scoppiettanti assaggi come Bon bon di pompelmo e Campari, Rapa su rapa, Pane pera e Montebore, formaggio presidio Slow Food del tortonese.
E la lista delle sfiziosità in assaggio continua a tamburo battente anche con gli altri vini in degustazione. Qui soltanto una sfilata di nomi che valgono il viaggio a Tortona: Castagne in zuppa, Un gioco di cipolla, Tartufo di verza, Uovo impanato, sedano rapa e tartufo, Riso zucca nocciola e gocce di passito (impossibile non fare il bis), Raviolini di ceci, carote e curry, Gelato di Montebore rapa pera e caffè.
E poi c’è lui, il Timorasso. In tre versioni, a partire dall’anteprima del Derthona, appena uscito, che rivela un’annata calda ma pronta da bere fin da subito con la sua avvolgenza e grassezza. E poi due versioni del cru proveniente dal vigneto Montino, a 250 metri di altitudine, che rappresenta la punta della produzione de La Colombera. Un’annata più giovane e una meno per vedere la progressione nel tempo e soprattutto la capacità evolutiva di questo accattivante vitigno piemontese.