A due anni dalla prematura scomparsa della fondatrice di Tenuta di Fessina, Silvia Maestrelli, gli eredi le dedicano una Riserva speciale.
L’etichetta è di un colore rosso corallo acceso, il preferito di Silvia Maestrelli. Anche le vigne di provenienza sono quelle più amate dalla produttrice, prematuramente scomparsa due anni fa: le ultime tre terrazze dell’appezzamento più alto della tenuta, vecchi alberelli di Carricante radicati fino a 1.000 metri di altitudine sul versante sud ovest dell’Etna, nel comune di Biancavilla.
Un vino che intende raccontare la storia presente e passata di Tenuta di Fessina. Dalla sua fondazione nel 2007, grazie all’amore dell’enologa e produttrice Silvia Maestrelli, di origini toscane, e del marito e socio Roberto Silva (anch’egli prematuramente scomparso nel 2019), per il terroir etneo. Fino al loro lascito alla figlia Lavinia e a quelle persone che sono state testimoni di questa avventura e hanno voluto di portarla avanti. Tenuta di Fessina, infatti, è oggi gestita dal cugino di Roberto, Stefano Silva, e da Jacopo Maniaci, giovane di origini siciliane laureato all’UNISG di Pollenzo e assunto da Silvia già come direttore nel 2015, amministratore delegato dal 2021 e oggi parte della compagine societaria, che gestisce la cantina con la stessa passione e cura che fu di Silvia.
La cantina
L’azienda Tenuta di Fessina si colloca a Rovittello, sul versante nord del Vulcano attivo più alto d’Europa, dove è stata inaugurata il 7 ottobre 2007 a partire da 5 ettari, faticosamente messi insieme, come spesso avviene sull’Etna, dopo aver acquistato tante piccole proprietà da diversi proprietari. Oggi, con le ultime annessioni del 2022 (due ettari di Nerello Mascalese in Contrada Moscamento), il parco vigne ammonta a 9 ettari, tutti dislocati all’interno della Doc Etna. Nucleo della cantina è un palmento del XVII secolo, trasformato in un wine resort di assoluto fascino immerso com’è tra i vigneti storici del paesaggio vulcanico.
Il terroir e i vini
Lungimiranza di Silvia Maestrelli fu quella di garantirsi appezzamenti su diversi versanti del vulcano, ciascuno con caratteristiche pedoclimatiche peculiari. Le prime vigne acquistate furono a nord, nel 2007, dove si coltiva il 90% del Nerello Mascalese, ma anche Nerello Cappuccio e una piccola quota di Carricante, Catarratto e Minnella. Particolarità del versante è l’altitudine che arriva fino a 800 metri, la diversità di suoli per epoca di colate laviche (le sciare del 1809 e del 1911) e le escursioni termiche repentine, che determinano vendemmie tardive, anche alla fine di ottobre. Qui nascono i grandi rossi aziendali, gli Etna Rosso Erse ed Erse Contrada Moscamento 1911.
Dal 2012, l’azienda si è spinta fino a est, nel comune di Milo, nelle contrade di Rinazzo, Volpare e Caselle, dove, complice l’influsso del mare, si registra la maggiore piovosità di tutta la Sicilia. A ciò si sommano i venti, le altitudini fino a 800 metri e i suoli vulcanici giovani, per dare vita a vini Carricante di maggiore acidità e verticalità, come l’Etna Bianco Superiore Musmeci. Perla rara della cantina, è ottenuto da vigne centenarie di Carricante e finora è stato prodotto in sole 5 annate. Il nome è un omaggio all’uomo, Ignazio Musmeci, che ha custodito queste antiche vigne, alla cui famiglia l’azienda è tutt’oggi molto legata.
Prima ancora, però, nel 2009, il progetto di Silvia si era sviluppato a sud ovest, nel comune di Biancavilla, estremo limite della Doc Etna. Il clima temperato, i suoli antichi ricchi di sabbie e limo e i vigneti che si spingono fino a 980 metri in Contrada Manzuedda, bilanciando così la migliore esposizione con l’altitudine, garantiscono Carricante e Nerello Cappuccio, di indiscussa finezza e struttura. E non a caso qui nascono le “teste di serie” della cantina, quali il bianco A’ Puddara, che l’ha resa celebre, e, da oggi, la Riserva Speciale Vigne Alte SM.
Il vino
La Riserva Speciale A’ Puddara SM – Vigne Alte è un Carricante d’altura, prodotto in edizione limitata di 744 bottiglie, ovvero un tonneau, dove il vino affina per due anni sulle fecce fini, seguiti da uno in bottiglia. La vinificazione avviene dopo un’accurata selezione dei grappoli sia in vigna che in cantina, seguita da pigiatura senza diraspatura, pressatura soffice con separazione dei mosti e decantazione statica a freddo. Il profilo organolettico è assimilabile a quello di un vino di montagna, con evidenti note agrumate ed erbacee e un sorso estremamente verticale, che tradisce però la sua mediterraneità e vulcanicità nell’ampiezza della beva e nelle evidenti sfumature iodate e idrocarburiche.