Un invito a immaginare, a dare forma a un pensiero e a un’idea, quella della famiglia Valent di rappresentare il proprio territorio in maniera autentica ma non convenzionale.
Con questo spirito è nato un nuovo vino, un metodo classico, il primo per l’azienda. La spinta è arrivata da papà Giuliano, probabilmente incentivato (e supportato) dalla presenza di Rebecca, classe 1995 sua figlia e soprattutto enologa. Borgo Stajnbech è un’azienda famigliare a tutti gli effetti. Mamma Adriana Marinatto e papà Giuliano Valent danno vita al progetto tra il 1988 e il ’91 a Pramaggiore (VE). Oggi sono 17 gli ettari di vigneto di proprietà, in un territorio di confine. Veneto sì, ma con una sentita influenza del vicino Friuli. La famiglia cresce e nascono Medea, che sebbene sia partecipe al momento segue tutt’altra vocazione professionale, e Rebecca, che invece ha studiato enologia a Udine per poi fare un’esperienza anche in California ed è una sbarbatella a tutti gli effetti. Oggi è lei il volto dell’azienda in cui è in corso uno dei passaggi generazionali più costruttivi e armonici di sempre.
Non a caso il claim aziendale è “coltiviamo armonie”. Armonia, concetto che torna ed è fondamentale anche nella nascita di Imagine, 3300 bottiglie di cui al momento solo 1600 sboccate. In questo blend di Chardonnay e Pinot Nero blanc de noir, millesimo 2018 pas dosé, assieme all’armonia regnano sovrane altre due parole chiave. La purezza, che si traduce nell’assenza di dosaggio e viene simboleggiata anche dalla bambina in etichetta che si dondola su un’altalena; e il rispetto, per l’ambiente e le persone, che possiamo tradurre nella certificazione SQNPI.
Imagine è all’inizio della sua carriera, con una sboccatura molto recente datata settembre 2022, rimando quindi il giudizio numerico a tra qualche mese. Tuttavia già denota un certo carattere, bollicina sottile e ben presente. Naso in fase di delineazione ma connotato da freschezza agrumata con sentori che vanno dalla foglia di limone ai fiori di mandorlo. Un palato verticale, che non manca in sfaccettature sebbene sia ancora tutto in prospettiva. Mi aspetto un’evoluzione non banale ma molto classica, con qualche nota tostata che emergerà a dare spessore e un’acidità e una sapidità che conferiranno nerbo. Novità dal mondo della rifermentazione in bottiglia a parte, la produzione aziendale è ormai consolidata nei monovarietali sia dal mondo dei bianchi e rossi autoctoni che degli internazionali. Spoiler: sta arrivando la prima cuvée di casa Stajnbech, che porta la firma e tutta la voglia di sperimentare di Rebecca.
I “grandi classici” di Borgo Stajbech prevedono, non a caso, uno Chardonnay e un Pinot Nero in purezza, a tutti gli effetti vini bandiera che portano orgogliosamente in etichetta i colori aziendali, il giallo ocra e il viola. Alla lista dei must have non può mancare il Lison Classico Docg, 100% Tocai Friulano, che prende il nome di 150. Tra i prodotti più rappresentativi, e forse il più rappresentativo, dell’azienda, 150 prende nome dal fatto storico che nel 2011 Lison diventa Docg, e in quello stesso anno la nostra Italia festeggia i primi 150 anni dall’Unione. Sempre nel 2011 inizia a prendere forma Imagine, con la prima sperimentazione di vinificazione in bianco del Pinot Nero, oggi quel vino contribuisce a dare forma alla liquer d’expedition del 2018.
Il segreto della famiglia Valent per produrre referenze autentiche, armoniche e rispettose, su questi suoli ricchi in argille grigie, con vigneti pianeggianti e temperature degne di un entroterra lagunare, sta nelle rese. I quantitativi di uva portata a casa per pianta sono sempre ben calibrati, per qualcuno verrebbe da dire scarsi. Tuttavia non si deve eccedere nemmeno nella concentrazione. C’è artigianalità senza dubbio in quello che fanno, con una componente umana importante in campo (e in cantina) nel seguire, selezionare e saper attendere laddove serve.
L’attesa appartiene in particolare modo allo Chardonnay, etichetta gialla, vendemmia tardiva e fermentazione in barrique nuove. Prodotto delizioso al naso, potente e caldo al palato, forse leggermente alcolico ma coerente. L’attesa per definizione appartiene anche al Pinot Nero in rosso, con tre cloni coinvolti ognuno a dare un contributo diverso all’armonia finale tra profumi, acidità, struttura. Il futuro riserva come accennavo anche una cuvée bianca, a coronare il sogno di questa famiglia, fatto di equilibrio, autenticità e armonia.