DegustazioniIn giro per cantine

Il vino soprannaturale di Bodegas Menade

Sissi Baratella a Blend 2024

Grazie alla manifestazione Blend 2024, abbiamo potuto assaggiare un vino davvero particolare: il Castilla y León Sobrenatural 2018 Bodegas Menade.

Si è svolta l’edizione 2024 di Blend, la rassegna enoculturale ideata e realizzata da Bellenda. “Evento, riservato a produttori, professionisti e opinion leader, che riunisce le diverse anime del mondo enoico italiano e internazionale con l’obiettivo di stimolare idee, dibattiti e nuovi punti di vista.” Ecco come si presenta il frutto del lavoro di Umberto Cosmo, anima di Bellenda ma anche della sua distribuzione che seleziona personalmente e accuratamente in giro per il mondo. 

Blend 2024

In occasione dell’edizione 2024 gli stimoli di certo non sono mancati. Ricordo ancora molto bene il sapore dei vini dell’Alpago (Belluno) di Marco Levis con quel suo Pinot Grigio da vendemmia tardiva dal gusto memorabile. Così come entusiasmante il racconto dei vini di Domaine des Carlines Côtes du Jura e quel Savagnin che aveva proprio qualcosa da dire. Ricordo bene l’elegante potenza del Riesling di Alsazia di Domaine Charles Baur nel Grand Cru Eichberg. O i pazzi vini di Château Beynal, con stupore particolare per il Bordeaux Blanc Moi j’Ai un Rêve da Sauvignon blanc. E potrei andare avanti ancora e ancora… ma la storia che ho deciso di raccontare è una ed è quella di Bodegas Menade e delle sue viti franche di piede, della differenza tra Verdejo e Verdeja, della flor, delle vinificazioni spontanea e dei poteri sovrannaturali dei loro vini. Una cosa per volta. 

Bodegas Menade

Siamo a La Rueda, nel cuore di Castilla y León, luogo situato a centro della Spagna a nord di Madrid e a sud del fiume Duero (si, quello che in Portogallo chiamano Douro). Questa zona è considerata la patria del Verdejo, vitigno a bacca bianca molto versatile che come vino cela un’attitudine anche al durare nel tempo. Qualità secondaria che solo in pochi hanno avuto il coraggio di saggiare, ma, ripeto, andiamo con ordine. 

Questo vitigno presenta una maturità precoce, eppure si è ben adattato a questo territorio. Torrido d’estate e dai caratteristici suoli sassosi. Solo un sistema di coltivazione come l’alberello poteva funzionare aiutando la pianta a proteggere i grappoli dall’eccessivo sole così come a conservare la poca acqua disponibile sotto la chioma. Di fatto, va detto, il clima subisce anche l’influenza oceanica e non può definirsi mediterraneo, ma piuttosto continentale

Veniamo alla cantina. Fondata nel 2005 dai fratelli Sanz, figli d’arte in quanto figli di uno dei pionieri della denominazione, l’enologo Antonio Sanz. Richard Sanz oggi firma la produzione di Menade con un’idea ben precisa sia nella realizzazione dei vini che, ovviamente, nella gestione del vigneto. 

Vigneti unici e rari 

Parliamo della bellezza di 250 ettari vitati tutti certificati bio con una gestione del vigneto dove decisamente nulla è lasciato al caso. Una flotta di droni monitora lo stato fitosanitario delle piante così come il loro stato di salute generale permettendo di intervenire con azioni mirate e mai sprecate. L’ozono è il gas inerte che è stato adottato come naturale sterilizzante, la raccolta delle uve viene rigorosamente condotta di notte sfruttando le temperature più fresche e garantendo condizioni di lavoro accettabili ai collaboratori. 

Queste solo alcune delle azioni che caratterizzano l’approccio dei fratelli Sanz. Soffermarsi sul Verdejo è d’obbligo perché a Menade la faccenda si fa davvero interessante. I primi 7 ettari infatti dei fratelli furono tutti a Verdejo e tutti e 7 a piede franco, un clone in particolare considerato “la madre” di tutti i cloni di Verdejo. Localmente prende il nome di Verdeja, e anche i fratelli continuano a differenziarlo. Dalla Verdeja viene abitualmente prelevato materiale per poterlo innestare su campo nel tentativo di preservarlo e propagarne l’unicità. 

I vini

In questo contesto, più unico che raro (fino a poco tempo fa considerata la cantina con il maggior numero di ettari certificati bio a livello europea), è arrivato il momento di parlare di vini.

Vinificazioni spontanee, così come le malolattiche quando previste. Basso se non inesistente (per alcune scelte enologiche) utilizzo di solfiti aggiunti. Nella produzione dei vini sono favorite e ricercate le collaborazioni con i lieviti flor, come se tutto in questa azienda avesse un ruolo e uno scopo e nulla, davvero nulla, venisse sprecato. Così nasce un vino che è super naturale, a tratti a dire il vero viene da pensare sia sovrannaturale. Tanto da convincere una scettica come me. Da uve Verdeja (che ora sapete essere clone antico franco di piede), dallo stile ossidativo e senza solfiti aggiunti. 

Sobrenatural 

Castilla y León Sobrenatural 2018 Bodegas Menade, retroetichetta
Castilla y León Sobrenatural 2018 Bodegas Menade, retroetichetta

Immaginate di vendemmiare l’uva e ottenerne il mosto. Di sfruttare l’ossigeno come prezioso alleato per far decadere tutti gli aromi uno dopo l’altro. Quel mosto ossidato lo farete fermentare grazie ai lieviti indigeni della cantina. Loro sapranno cosa fare, voi non disturbateli in acciaio. A quel punto vi renderete conto che aver ossidato il mosto non vi basta, vorrete abbattere anche l’acidità totale. E allora, sempre in acciaio farete svolgere anche la malolattica, spontanea che ve lo dico a fare. Questo vino che otterrete l’avrete messo a dura prova, parola di enologo, ma lui ha ancora qualcosa da dare. 

Arriva infatti il momento di ricostruirlo. Lo metterete in barrique scolma e grazie alle naturali condizioni della vostra cantina vi si formerà un velo di flor. Questi nuovi lieviti prenderanno il sopravvento proteggendo il vino dall’ossigeno (bizzarro farlo nel contenitore per ossigenare per eccellenza!) e producendo nuovi aromi. Questo processo sarà lento e costante. L’avrete spogliato di tutto e ora gli starete restituendo qualcosa di nuovo, di unico e di speciale… ditemi, se non è Sovrannaturale questo! 

PER LEGGERE LE DESCRIZIONI DEI VINI, CON IL PUNTEGGIO E IL PREZZO MEDIO A SCAFFALE, CLICCA SULLE SCHEDE SOTTOSTANTI.

DEGUSTAZIONI

PRODUTTORI

1 commento

Raf 21 Giugno 2024 at 9:40

Interessantissimo, veloce e scorrevole.

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