Basta visitare le cantine Florio per toccare con mano la storia di questo vino straordinario. Il Marsala è uno dei grandi vini italiani, troppo spesso bistrattato per via dello scempio che ne è stato fatto negli anni passati. Fortuna che Florio continua a tenere la barra dritta.
È innegabile: la storia delle cantine Florio e quella del vino Marsala coincidono. Vincenzo Florio fu il primo che in Sicilia riuscì a competere e superare le famiglie inglesi che avevano il predominio sulla produzione del vino Marsala. Questo grazie anche a un piccolo escamotage: racconta la tradizione che mentre il proprio stabilimento era in costruzione, fece assumere da Woodhouse e Ingham – le prime aziende che iniziarono a produrre il Marsala – dei suoi fidati operai affinché scoprissero e imparassero i segreti dell’arte di produrre quel vino.
Proprio visitando la cantina ci si rende conto che in quei luoghi sono conservati duecento anni di storia: dalla targa che ricorda la visita del generale Garibaldi alla collezione di fucili donata dallo stesso Garibaldi, alla lettera con cui Orazio Nelson commissionò il Marsala per la sua flotta.
Le etichette parlanti
Venendo a oggi, non si può tacere dell’interessantissimo lavoro che è stato fatto per comunicare le “mappature” dei vini rispetto a tutto il percorso produttivo, anche fisico, con la distanza che le botti hanno dal mare, l’elemento naturale preponderante sulle complesse dinamiche di affinamento dei Marsala Florio: più le botti sono vicine al mare, più la temperatura si abbassa e l’umidità cresce, regalando al vino salinità e un’anima marina. Il messaggero sono etichette “parlanti” che riportano l’indicazione di elementi quali: l’anno della fortificazione, la sintesi del percorso del vino all’interno delle botti, il verbale di miscela, gli anni di affinamento, l’Angel share, il viaggio dei fusti all’interno delle navate.
Il Marsala Vergine Riserva 2003
Andiamo quindi a scoprire cosa ci racconta l’etichetta del Marsala Vergine Riserva 2003 della linea Premium. Intanto si scopre che la vendemmia è la 2002 e che 2003 è l’anno di fortificazione. La maturazione è iniziata il 26 giugno 2003 in fusti da 16-18 hl nella cantina Garibaldi a meno di 100 metri di distanza dal mare. Il 22 aprile 2007 è stato travasato in fusti da 25,5 hl sempre nella cantina Garibaldi, circa 50 metri più all’interno. Travasato nuovamente il 22 maggio 2009 in fusti da 18 hl nella cantina Donna Franca, leggermente più all’interno, e poi finalmente il 12 luglio 2016 nel fusto 845 a esattamente 202 metri dal mare, sempre nella cantina Donna Franca. Gli anni di elevazione in botti di rovere sono stati in totale 18 e la parte degli angeli (l’Angel’s share, cioè la quantità di liquido evaporata dalle botti durante l’affinamento) è stata del 35%. L’abbiamo assaggiato, naturalmente, e l’esito di tanto lavoro è percettibile nel bicchiere.
Il Marsala Superiore Riserva SR0301 2001
Per quanto riguarda il secondo assaggio, il Marsala Superiore Riserva SR0301 2001, queste le informazioni fornite nell’etichetta: la vendemmia è la 1999 e l’anno di fortificazione è il 2001; la maturazione si è svolta per 20 anni, interamente nella cantina Garibaldi, lunga 140 metri, a 115 metri dal mare, inizialmente in botti da 16 hl e dal luglio 2008 nel fusto in rovere n. 6DAG da 25,5 hl. L’Angel’s share è stato del 33%.
Aegusa 1964
A questi già ottimi assaggi ne aggiungiamo uno veramente incredibile, e cioè l’Aegusa 1964. Stiamo parlando di una Riserva di Marsala Superiore Semisecco di cui viene prodotta una sola annata ogni decennio: la migliore. Per altre informazioni, rimandiamo alla verticale che pubblicammo tempo fa: https://www.doctorwine.it/degustazioni/la-verticale/la-grandezza-dell-aegusa-florio.