Grazie alla selezione per il Genossenschaftspreis, il premio alla cooperazione assegnato ogni anno dalla rivista tedesca Weinwirtshaft, scopriamo come sono viste le cooperative di produttori italiani in questo importante mercato.
Quello tedesco è sempre stato un mercato molto importante per il vino italiano e del resto il dominio italiano del mercato del vino tedesco resta saldo, anche se nel 2022 si è persa un po’ di quota di mercato. Abbiamo il 39% a valore (1.071 milioni) e il 37% a volume (5 milioni di ettolitri su 13.6 totali), leggermente al di sotto il periodo 2020-21, ma i dati del periodo pandemico sono di difficile lettura e spesso anomali. (Dati tratti da I numeri del Vino).
Un mercato, quello tedesco, molto attento al prezzo e, forse per questo, molto adatto all’export delle Cooperative, che – secondo un’indagine Ismea – per il 79% indicano la Germania come il primo Paese di destinazione dell’export in ambito Ue, con un trend in crescita.
L’importanza delle cooperative di produttori è sottolineata dal focus che gli dedica la rivista specializzata tedesca Weinwirtshaft. Tutti gli anni, dal 2010, Weinwirtshaft seleziona – con una sorta di concorso – le migliori cooperative di viticoltori provenienti da Germania, Francia e Italia. Nata per monitorare lo stato di salute della cooperazione tedesca, la selezione si è allargata poi anche a Francia e Italia, ogni nazione con la sua classifica. Quest’anno sono stati 650 i vini degustati, provenienti da 56 cooperative tedesche, 48 italiane e 30 francesi.
Il regolamento prevede che ogni cantina presenti sei vini delle annate in corso, tra questi devono esserci due vini base e una specialità regionale: vince l’azienda con la migliore valutazione media.
Per quanto riguarda l’Italia, registriamo una piccola “stranezza”: alle cooperative altoatesine, tradizionalmente forti, è stata dedicata una classifica a parte, probabilmente per evitare che facessero man bassa di premi e levassero alle altre cantine la possibilità di mettersi in luce.
Nella classifica generale italiana, la cantina Terre del Barolo (Piemonte) è salita in vetta dopo un secondo posto lo scorso anno, seguita da Cantina di La Vis e Valle di Cembra (Trentino) e dalla vincitrice dello scorso anno Cantina Valpolicella Negrar (Veneto).
Per quanto riguarda l’Alto Adige, ha vinto la cantina Terlano davanti alle cantine Termeno e Andriano.
La migliore cooperativa del centro Italia è stata la Codice Citra (Abruzzo), mentre la Cantina di Venosa (Basilicata) ha ottenuto il miglior piazzamento nel sud Italia.
“Il modello economico della cooperativa rimane un importante fattore sociale per l’industria vinicola su piccola scala, attraverso il quale la specializzazione viene centralizzata – dichiara il caporedattore di Weinwirtshaft Clemens Gerke -. Emoziona vedere la crescita delle cooperative di anno in anno, soprattutto le specialità regionali spesso sorprendono positivamente”.
Al comando in Germania il Württemberg
Tra le cooperative tedesche, primo e secondo posto sono andati a cantine del Württemberg, rispettivamente Stromberg-Zabergäu e Collegium Wirtemberg, seguite dal vincitore dello scorso anno Oberkircher Winzer al 3° posto e Kaiserstühler Winzergenossenschaft Ihringen al 4° posto, entrambe del Baden.
Loira al top in Francia
Quest’anno, per la prima volta, il primo posto tra le cooperative francesi è andato all’Alliance Loire, seguita da La Cave des Hautes-Côtes (Borgogna) e Les Vignerons d’Uni Médoc (Bordeaux).
Di seguito, suggeriamo dei vini selezionati da noi di DoctorWine delle cooperative italiane vincitrici. Per leggere la scheda, cliccare sul nome.
- Terre del Barolo, Barolo Rocche di Castiglione Arnaldo Rivera 2019
- Cantina La-Vis, Trentino Chardonnay Diaol 2019
- Cembra Cantina di Montagna, Trentino Müller Thurgau 2020
- Cantina Valpolicella Negrar, Amarone della Valpolicella Classico Collezione Pruviniano Domini Veneti 2019