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Benvenuto (?!?) Brunello 2018

L’annata, fredda e piovosa, era difficile e si sapeva, ma in molti vini manca il pathos del Brunello, con trame gustative sottili e tannini fuori scala. La qualità dei “soliti noti” risalta ulteriormente.

Nata in piena pandemia, la nuova formula per la presentazione delle nuove annate dei vini Ilcinesi ci piace molto. Isolarsi dalle anteprime Toscane anticipando la degustazione a novembre, permette ai degustatori invitati di avere postazioni larghe, tempi di degustazioni abbastanza veloci e la possibilità di assaggiare tutti insieme con un buon anticipo sull’uscita del Brunello, che ricordiamo, ha preso il via questo gennaio 2023.

Esiste la corsa di qualche “collega” ad assaggiare prima; ma la colpa non è di chi chiede i campioni ma dei produttori che li mandano. Se tra questi ci sono le alte cariche del consorzio ci viene da ridere su come fermare il fenomeno. Era prevista (e c’è stata) anche l’anteprima negli Stati Uniti, mercato fondamentale per il Brunello di Montalcino, quindi ci sembra inopportuno per la denominazione avere avuto spoiler individuali, potrebbe essere controproducente e indispettire la stampa locale, ma evidentemente non tutti concordano con questa nostra opinione.

La sede per la degustazione è bellissima: luminosa, fresca, ampia. La temperatura dei vini, visto il contesto, molto buona e il servizio dei sommelier quasi ideale, raggiungerebbe la perfezione con due sommelier per ogni tavolo da sei. Sebbene l’orario di degustazione si sia ridotto si riesce ad assaggiare tutti i Brunello annata, le relative selezioni o vigna e le riserve nei due giorni di degustazione. Non abbiamo assaggiato i Rosso di Montalcino, i vari Sant’Antimo e i Moscadelli, ma poco male, si tornerà verso febbraio.

Prima di parlare del Brunello 2018 una considerazione: abbiamo notato l’assenza di tante aziende “fondamentali” nella denominazione. Sebbene gli assenti abbiano sempre torto, la defezione di griffe importanti sta crescendo di anno in anno e questo trend ci preoccupa. DoctorWine ha scelto la domenica per colmare alcune lacune.

Come sono mediamente i Brunelli 2018? Deludenti nella maggioranza dei prodotti. Dopo la bella prova della 2017, annata difficile anch’essa ma ben interpretata dai produttori, non si può dire lo stesso, purtroppo, della 2018, annata fredda, piovosa e generosa di conseguenza. La forbice tra “i soliti noti” e il resto della truppa (i “succhia-ruote” citati anni fa in un nostro articolo) è veramente ampia e abbatte il giudizio dell’annata.

Vini con colori evoluti e poco intensi, olfatti molto aperti su note evolutive a circa due mesi dall’uscita sono preoccupanti. Trame gustative sottili, tannini fuori scala o evanescenti non ci hanno proprio convinto. In molti prodotti manca il pathos del Brunello.

Per fortuna ci sono dei Brunelli molto buoni, segno di attenzione, di capacità, di coscienza prima ancora che di conoscenza; questo conferma la grandezza del territorio, va solo rispettato, coccolato e non sfruttato raschiando il fondo. Generalmente la zona meridionale si è comportata meglio, come è intuibile; ma nel complesso la grande differenza l’hanno fatta i singoli produttori.

Un’ultima riflessione: perché così tante selezioni o vigne presentate in questo millesimo? Il totale di questa tipologia di vini è marginale per la denominazione ma molte avrebbero contribuito fortemente a dare un Brunello 2018 migliore piuttosto che vini anonimi nelle rispettive categorie. Un dato: chi ha prodotto ottimi Brunello 2018 ha dichiarato che ha avuto rese intorno a 35-40 quintali ad ettaro, un’azienda importante come Val di Cava non lo ha nemmeno prodotto il Brunello 2018. Questi dati spiegano perché le selezioni o vigne dei “soliti noti” sono molto interessanti e di ottima fattura, quindi era possibile fare qualità. Non vorrei che l’avidità di alcuni diventasse un problema per la denominazione. Nel mondo avremo più di 11 milioni di pezzi targati Brunello 2018, nella 2013 un’annata fresca di ottima qualità erano 10 milioni e mezzo, nella 2017 9 milioni.

Di seguito trovate indicati i nostri migliori assaggi tra Brunello di Montalcino 2018, selezioni e vigne, e Brunello Riserva di diverse annate, ma tutti immessi sul mercato nel corso di questo 2023. Non abbiamo indicato punteggi, dal momento che ci riserviamo ulteriori assaggi in vista della pubblicazione della prossima edizione della Guida Essenziale, ma quelli indicati sono tutti Brunelli di livello straordinario.

Brunello di Montalcino 2018

  • Banfi Vigna Marruccheto
  • Caparzo La Casa
  • Canalicchio di Sopra Casaccia
  • Casanova di Neri Tenuta Nuova
  • Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso
  • Fuligni
  • Giodo
  • Il Marroneto Madonna delle Grazie
  • La Fortuna
  • Patrizia Cencioni
  • San Filippo Le Lucere
  • Siro Pacenti Vecchie Vigne

Brunello di Montalcino Riserva (varie annate)

2017

  • Capanna
  • Fattoi
  • Ridolfi Mercatale
  • Salicutti
  • San Polino

2016

  • Biondi Santi
  • Franco Pacenti Rosildo
  • La Rasina Divasco

2013

  • Le Chiuse Decennale

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