DegustazioniLa verticale

Divoto, la riserva di Apollonio

Il Copertino Rosso Riserva Divoto è il vino di punta della casa vinicola Apollonio, un campione salentino dalla grande longevità. Abbiamo partecipato a una piccola verticale.

Divoto, blend di Negroamaro e Montepulciano, è un’etichetta che racconta della devozione della casa vinicola Apollonio e dell’intera comunità di Monteroni di Lecce, il comune dove ha sede l’azienda, per San Giuseppe da Copertino patrono e protettore degli studenti e dei piloti. 

L’azienda Apollonio

Apollonio è iscritta al registro Unione Imprese Centenarie Italiane ed è una delle cantine più rappresentative del territorio. Tra le prime ad aver scommesso sulla insospettabile longevità e valorizzazione dei vitigni identitari del Salento: Negroamaro in primis, poi Primitivo, Malvasia nera, Susumaniello e Bianco d’Alessano. 

Dal 1870 a oggi in cantina il fil rouge è rimasto pressoché immutato, è un mix tra tradizione, storia e innovazione.  La produzione da 1,5 milioni di bottiglie è così suddivisa: 55% vini rossi, 25% bianchi e 20% rosati e la distribuzione è organizzata in 35 paesi.

I fratelli Marcello e Massimiliano, rispettivamente general manager ed enologo, sono la quarta generazione della famiglia. Continuano a produrre vini con la stessa tenacia e gli stessi metodi tanto cari ai fondatori: “fare vini guardando al futuro” è la mission e il claim. L’affinamento in legno, ben calibrato, è il tratto caratteristico dei vini di Apollonio, garantisce lo scambio d’ossigeno e la stabilizzazione del colore per esaltare l’acidità dei vini rossi nel lungo tempo. I vini fermentano in grandi tini di rovere di Slavonia, maturano in legno e poi vengono imbottigliati senza eseguire alcuna filtrazione o refrigerazione. Attenzione maniacale è dedicata alla selezione delle uve sulla pianta e al benessere delle vecchie vigne ad alberello. 

Daniele Cernilli guida la verticale del Divoto di Apollonio

A Taormina Gourmet, la manifestazione annualmente organizzata da Cronache di Gusto, un gruppo di fortunati guidati da Daniele Cernilli e Massimiliano Apollonio hanno avuto l’occasione di fare un viaggio tra passato, presente e futuro con la verticale di Copertino Rosso Riserva Divoto dal 1978 al 2013, una passeggiata temporale che è iniziata con la prima annata in commercio fino all’ultima presentata in anteprima. La riserva Divoto non è prodotta tutti gli anni e forse è il vino più emblematico e audace di Apollonio.

La Doc Copertino

Il Divoto di Apollonio fa parte di una piccolissima denominazione, la Copertino Doc istituita nel 1976, che vede anche vini di Garofano vigneti e cantine, Cupertinum, Marulli e Petrelli. Da disciplinare la zona di produzione è localizzata a Copertino, Carmiano, Arnesano, Monteroni e, in parte, i comuni di Galatina e Lequile. La denominazione è destinata ai vini rosso e rosato ottenuti da uve di Negroamaro con l’aggiunta, in misura minore, di Malvasia nera di Lecce o Montepulciano fino a un massimo del 30%, il Sangiovese invece non deve superare il 15% del totale delle viti. La riserva per essere definita tale deve fare un invecchiamento di almeno 24 mesi.

Dal miracolo enologico dell’unione di due varietà apparentemente così diverse, il Negroamaro e il Montepulciano, nasce questa denominazione, perla dell’areale salentino, che dà vita a vini di grande longevità atti a lunghi invecchiamenti – ha affermato Massimiliano Apollonio -. Il Negroamaro deve il suo nome ai termini niger (latino) e mavros (greco) che significano entrambi nero, è un vitigno dalla grandissima versatilità, risulta idoneo a tutti i tipi di vinificazione. Il Montepulciano, vitigno coltivato in buona parte della costa orientale dell’Italia, da giovane ha un’acidità imponente che, se ben dosata, gli permette di invecchiare superbamente. Severino Garofano è stato l’enologo che più di tutti ha creduto nel suo valore promuovendolo il giro per il mondo”. 

La Riserva Divoto

Il 1997 segna il passaggio in cantina nel ruolo di enologo dal padre al figlio, l’onore e l’onere passa da Salvatore a Massimiliano. Nel Divoto cambierà anche la percentuale di uvaggi, era un assemblaggio da Negroamaro, Malvasia e Montepulciano, dal 2001 la Malvasia scompare.

I vini più vecchi sono come le capsule del tempo, ci riportano a epoche ormai passate – ha spiegato Daniele Cernilli -. Osservando il colore nel bicchiere, le annate ‘78 e ‘93 sembrano arrivare da un altro momento storico perché probabilmente c’è una maturazione, una macerazione e una vinificazione diverse. Il colore del vino dice quasi tutto se lo si sa guardare. Il Negroamaro è l’esatto opposto del Primitivo, matura un mese dopo e ha pochi antociani, le sostanze coloranti”. 

Ha proseguito quindi Cernilli: “La mia degustazione parte dall’annata più vecchia per arrivare alla più recente, il grande Giacomo Tachis mi ha insegnato che le annate più giovani hanno più tannino e gagliardia, se dovessi optare per una verticale al contrario correrei il rischio di non apprezzare quanto è necessario la più vecchia”. 

Il Premio Apollonio

Nel 2005 la famiglia Apollonio ha istituito il Premio Apollonio, appuntamento che apre l’estate salentina nel Rettorato dell’Università del Salento, a Lecce, e che si avvale della direzione artistica di Neri Marcorè. Il riconoscimento trae origine dal desiderio di Marcello e Massimiliano di omaggiare in primis i propri genitori scomparsi prematuramente, persone dedite alla famiglia e al lavoro, e in seguito i pugliesi, di nascita o che per meriti artistici danno lustro alla loro terra nel campo dello spettacolo, della letteratura, della creatività in generale. 

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