I fratelli Fugatti, Cristina, Roberta e Giuseppe, con la nuova generazione che si sta già affacciando in azienda, una decina di anni fa hanno puntato sul Riesling Renano, ottenendo risultati davvero interessanti.
Il Riesling Renano per Roeno è una questione di famiglia. Al confine tra Veneto e Trentino, la famiglia in questione è quella dei Fugatti. Due sorelle, Cristina e Roberta, e un fratello, Giuseppe, più una terza generazione già in pista al momento rappresentante da Martina Centa.
“I Fugatti son matti” è una rima baciata ma non era di certo questo l’obiettivo di tutti coloro che di fronte alla scelta della famiglia di piantare Riesling Renano hanno iniziato a manifestare dei dubbi, più o meno sommessamente, sulla loro decisione. Ma, fratelli assetati di sfida (e di Riesling, diciamocelo…) nel 2005, presi i dovuti accorgimenti, il pensiero altrui non è servito a fermarli. E meno male, altrimenti oggi non avremo uno dei Riesling Renani italiani più interessanti a livello internazionale senza ombra di dubbio.
C’è voluto un po’, ma non tantissimo per trovare lo stile giusto, che per certi spetti è ancora work in progress visto che i tempi in viticoltura sono lunghi, si sa. Io stessa confesso di non averlo capito subito, mi sono giunte in soccorso le ultime annate per giungere a delle giuste intuizioni e almeno un paio di preziose verticali.
Anche questa volta nulla accade per caso; ce lo confermano i carotaggi, lo studio dei cloni e la scelta dei portinnesti fatti prima di piantare il vigneto alle pendici del Monte Baldo. Il caro amato Baldo, scenario di montagna che ospita anche la viticoltura. “Qui non cresce tutto, ma tutto ciò che cresce ha personalità” è una mia affermazione in occasione di un convegno proprio dedicato a questo territorio, e credo che calzi a pennello se parliamo di questo vino.
Se il riferimento iniziale erano i vini della Mosella, quali sono invece gli elementi identificativi dello stile di Roeno e dello stile “italiano” evidentemente sono quel giusto equilibrio tra carattere freddo e carattere mediterraneo.
Un Riesling dalla personalità mediterranea
Mi spiego meglio, sembra quasi che i Fugatti questo Riesling figlio di climi freddi e latitudini elevate rispetto la nostra (tra il 45° e il 46° parallelo) l’abbiano addomesticato rendendolo leggermente più mansueto, sicuramente più mediterraneo. Le note alpine, fredde e verticali, a tratti (specialmente in alcune annate) sono balsamiche al punto da ricordare salvia e rosmarino. La frutta gialla c’è ed è matura. Gli agrumi sono intensi. Prima di essere idrocarburici sono caldi e figli di un sole e di un clima che, grazie alla vicinanza del Lago di Garda e grazie ai venti che salgono e scendono accarezzando i fianchi del Baldo, sa essere rigido ma anche mansueto.
Tuttavia non è oro tutto ciò che luccica, infatti le scottature da sole o comunque un’eccessiva esposizione possono essere negativi per l’evoluzione e l’accumulo di aromi nel nostro Riesling compromettendo l’accumulo dei fruttati a favore di quel idrocarburo riconoscibile sì, ma monotono.
In questo territorio dove l’equilibrio in viticoltura si può raggiungere solo a un sapiente e poco invasivo intervento dell’uomo, anche il Riesling Renano ha trovato casa e un modo di esprimersi memorabile. Memorabile significa “il cui ricordo è destinato a durare nel tempo”.
E a durare nel tempo, per innata vocazione, è proprio il Riesling. Ecco perché ancora oggi un 2013 risulta un vino giovane con ancora evoluzione avanti a sé. Purtroppo vent’anni di esperienza in vigneto e meno in cantina con questo vitigno non sono nulla in confronto all’esperienza che possono vantare in Germania, Francia o Austria. Non resterà che aspettare allora, e di generazione in generazione testimoniare e scoprire cosa sta succedendo.
Un miglioramento continuo: Riesling Renano Roeno, una questione di famiglia
Quello che posso affermare fino ad adesso è che, sebbene si sia partiti già davvero bene, il miglior Riesling Collezione di Famiglia ancora non è stato prodotto. Questo perché a mio avviso è evidente dagli assaggi come di anno in anno il vigneto si esprima con sempre più carattere e di pari passo l’expertise in cantina stia crescendo.
Cosa berrei adesso?
- Forse il 2018, che è giovane ma sa essere così potente e complesso sia al naso che in bocca.
- Metterei da parte il 2019, ancora spettinato e scontroso al palato, è un adolescente in piena fase di ribellione che però ha anche tanto voglia di crescere.
- 2017 molto interessante, ancora timido all’assaggio frutto di un’annata difficile.
- 2016 balsamico, altra annata complessa ma per motivi differente, risulta comunque sfaccettato e profondo.
- 2015, c’è solo una parola che possiamo usare: potenza!
- 2013: agrumato, verticale e cremoso. Dall’equilibrio nelle sensazioni molto centrato.
Ricordate però che… the best is yet to come!