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Mamma Ais

Sommelier Ais, mamma Ais

Quasi sessant’anni di divulgazione, un immenso lavoro per diffondere la cultura del vino non solo tra gli addetti ai lavori ma anche, forse soprattutto, tra gli appassionati.

Il prossimo anno l’Associazione Italiana Sommelier compirà sessant’anni. Fu fondata a Milano nel 1965 da Jean Valenti e da un piccolo gruppo di professionisti del vino, veri pionieri a quell’epoca. 

Personalmente la conosco e ne faccio parte, ora come Sommelier Onorario, dal 1979, quindi da 45 anni. Ho visto passare tanti protagonisti della scena enologica italiana. Presidenti come Franco Colombani, Dino Boscarato, Eddy Furlan, Giuseppe Vaccarini, Alberto Ciarla, Terenzio Medri, Antonello Maietta e, oggi, Sandro Camilli. Non so se li ho nominati tutti, mi scuso se non l’avessi fatto. 

Poi personaggi come Franco Tommaso Marchi, storico direttore negli anni Settanta e Ottanta, Antonio Piccinardi, scrittore ma anche autore del metodo di degustazione. Molti ristoratori ed enotecari che poi sarebbero diventati famosissimi, come Giorgio Pinchiorri, Angelo Solci, Piero Costantini, Lucio Pompili, tanto per fare degli esempi. 

Per il sottoscritto anche tanti ricordi, i primi corsi, le prime visite ad aziende, il congresso di Udine nel 1980, con un giovanissimo Walter Filiputti alla testa dell’organizzazione e Isi Benini, giornalista e direttore della rivista Il Vino che era l’organo ufficiale dell’associazione. 

Ma cos’era l’Ais a quel tempo? 

Era una pionieristica fucina di conoscenza per il mondo del vino. Stava facendo, e avrebbe fatto in seguito fino ad oggi, un immenso lavoro per diffondere la cultura del vino, avvicinando a questo mondo centinaia di migliaia, se non milioni, di appassionati. Un ruolo di fondamentale importanza, che ha contribuito a quello che da qualche parte viene definito come il “Rinascimento del vino italiano”. 

Inizialmente i soci erano divisi in due categorie. I Professionisti, che dovevano lavorare nel settore, erano anche coloro che potevano votare e ricoprire cariche locali e nazionali. Gli Aderenti, e io ero fra quelli, invece potevano frequentare corsi e partecipare alle attività, ma senza diritto di voto o quasi. Poi le cose cambiarono, ma alla fine degli anni Settanta le cose stavano così. 

Il fermento nelle regioni

La regione più importante e con più soci, e credo sia ancora così, era la Lombardia. Milano era la città dove accadevano più cose, c’erano più iniziative e corsi. Vorrei ricordare la figura di Beppe Biggica, sommelier del ristorante Da Berti, in via Algarotti, che fu fiduciario regionale e che è scomparso da poco. Un grande professionista e un uomo generoso. 

Poi c’erano i veneti con Angelo Serafin e Dino Boscarato, titolare del ristorante Dall’Amelia a Mestre. Eddy Furlan era il “giovane leone” del gruppo. A Roma c’era Severino Severini con un gruppo di ristoratori ed enotecari, come Marco Trimani e Alberto Ciarla, che ebbero grande importanza nel panorama vinoso della Capitale. E tanti, tanti altri, da Teodoro Bugari nelle Marche a Pippo Deidda in Sardegna, dal citato Walter Filipputti in Friuli a Pino Sola a Genova, da Fabrizio Pedrolli a Trento a Dino Casini in Toscana, fino ad Angelo Ingrao in Sicilia

Pionieri, appunto. Divulgatori. 

Tutti con una missione che in seguito è stata ereditata da centinaia di loro successori che hanno portato l’Ais a sfiorare attualmente i cinquantamila soci e a organizzare centinaia di corsi di degustazione ogni anno in tutta Italia. Per questo ogni tanto torno sull’argomento e voglio ricordare a me stesso e a tutti i nostri lettori quanto dobbiamo a Mamma Ais.

La masterclass di Daniele Cernilli all’Ais Lombardia

45 anni di Daniele Cernilli come socio AIS
45 anni di Daniele Cernilli come socio AIS


Lunedì scorso, 4 novembre, la delegazione
Ais Milano ha ospitato il direttore Daniele Cernilli in occasione dei suoi 45 anni come socio AIS. 

“Che cosa ho imparato dall’AIS? Una cosa importantissima: il metodo“, ha precisato Cernilli.

Così il post social di Ais Milano: “Daniele ci ha fatto fare un tuffo nella sua storia, in quella della cultura vinicola italiana e della sua “mamma AIS”.
Ci ha raccontato la nascita della nostra associazione quasi sessantenne, ricordando i grandi protagonisti e i momenti più salienti e ci ha portato la testimonianza di alcuni produttori a lui più cari.
Daniele ci ha fatto infine degustare 6 vini del cuore che raccontano la sua storia, interpretandoli con il suo emozionante punto di vista e condendoli con i suoi ricordi!”.

Sei vini raccontati e degustati all’interno di una Lectio Magistralis incredibile.

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