Se ogni regione ha il suo vitigno, possiamo affermare che l’uva rossa del Lazio sia il Cesanese, coltivato soprattutto a sud-est di Roma, in Ciociaria. Ne emerge un vino dal fascino rustico.
Tra Roma e Frosinone, lì dove inizia la Ciociaria, troviamo l’importante area del Cesanese, caratterizzata da due Doc – Cesanese d’Affile e Cesanese di Olevano Romano – e dalla Docg Cesanese del Piglio. Vini rossi, talvolta amabili o frizzanti che si esprimono con note spesso un po’ rustiche ma d’impatto, sfoggiando un antico fascino contadino che li rende unici e riconoscibili.
Ci sono due biotipi principali del vitigno Cesanese: quello Comune e quello di Affile. Come implicito nei nomi stessi, il Cesanese Comune si trova in vari posti del Lazio, mentre la produzione del Cesanese di Affile è limitata alle zone previste dai disciplinari delle denominazioni ciociare.
Secondo i dati Istat, siamo passati da una superficie vitata totale di circa 2.747 ettari nel 1970, ai poco meno di 500 odierni, di cui circa 240 nelle tre denominazioni citate. Stiamo parlando quindi di produzioni minime, ma il trend negativo degli ultimi decenni si è fermato ed è iniziata una piccola rimonta. La storia recente è infatti caratterizzata da un’evoluzione positiva, l’impianto di nuovi vigneti e la nascita di nuove aziende che in precedenza conferivano le uve alla cantina sociale.
Vi proponiamo oggi tre Cesanese, due che hanno la Docg del Piglio e uno Doc di Olevano Romano. Sono vini di ottima qualità e sono tutti in vendita al pubblico a 12 euro. I produttori che abbiamo selezionato cono Marcella Giuliani e Casale della Ioria per il Cesanese del Piglio, mentre per il Cesanese di Olevano Romano abbiamo scelto Alberto Giacobbe.
Marcella Giuliani
Marcella Giuliani è una signora che ha sentito fortemente il “richiamo delle proprie radici” e si è dedicata all’azienda che proviene da un grande latifondo di proprietà della famiglia fin dal 1870. Negli anni l’attività si è concentrata prevalentemente sulle coltivazioni arboree (vigneti, uliveti) e i relativi prodotti, limitando l’uso di fitofarmaci e concimi fino ad arrivare alla certificazione biologica.
Casale della Ioria
Le vigne di Paolo Perinelli si trovano a 400 metri di altitudine, tra boschi e uliveti, in quelle zone dove già il nonno negli anni Venti produceva vino. Oggi è Paolo a tenere le fila aziendali coltivando con cura le varietà locali, in primis il Cesanese per l’appunto, di cui è grande esperto, ma anche Passerina e Olivella, quest’ultima una varietà locale che giaceva dimenticata tra le colline della zona.
Alberto Giacobbe
Dall’anno di fondazione, nel 1939, l’azienda ha sempre conferito le uve prodotte alla cantina sociale, trattenendo per sé una piccola quantità per far vino per il proprio consumo e per una piccolissima vendita sfusa di “Olevano”. Nel 2008 Alberto Giacobbe rileva tutta l’azienda e decide di vinificare le uve prodotte e di imbottigliare il vino. L’azienda possiede 15 ettari di vigneti tra Paliano, Piglio ed Olevano; a cavallo, quindi, delle due denominazioni (Olevano e Piglio) e sono condotte da sempre in regime bio.