La Franciacorta fin dagli anni Sessanta e Bolgheri dai primi anni 2000 sono i territori dove la famiglia Ziliani ha investito per produrre vini sempre migliori. Aspettiamo di vedere i risultati dell’ultimo investimento in Oltrepò.
Berlucchi e Caccia al Piano, l’accoppiata vincente di Ziliani.
Tra le famiglie del vino italiano ce n’è una che mi piace per la sua concretezza e la sua capacità di guardare avanti senza fretta ma con acume. Sto parlando della famiglia Ziliani, nota per il marchio aziendale Berlucchi Franciacorta e per la bolgherese Caccia al Piano.
Proprio da qui voglio partire, forse per affinità personali con il territorio.
Caccia al Piano a Bolgheri
L’azienda di Bolgheri ha compiuto ormai vent’anni e il progetto mostra una maturità e una consapevolezza che ovviamente mancava i primi anni. Non è mai facile cimentarsi con territori e vini diversi e anche qui nei primi anni è stato pagato il dazio alla relativa inesperienza, ma ormai ci siamo.
Prima però di addentrarci nel commento dei vini a denominazione, due parole sul vino che orgogliosamente dichiara la sua discendenza da una famiglia spumantistica: il CaP Rosé.
Lo spumante CaP Rosé
Trovandosi a che fare con uve rosse in un territorio come quello bolgherese totalmente diverso dalla Franciacorta, la famiglia Ziliani ha messo la sua firma sul primo metodo classico prodotto a Bolgheri proprio da uve che non si pensava adatte alla spumantizzazione, ma che regnano sulla Costa Toscana: Merlot e Syrah.
Dopo diverse prove si è scelto di utilizzare il Merlot dalla vigna Le Grottine, pianeggiante, più produttiva, e il Syrah dalla vigna San Biagio, la più prestigiosa. Le uve vengono vendemmiate non acerbe, come si potrebbe pensare, ma mature fino a 13 gradi potenziali. Vinificate separatamente (2-3 settimane di differenza), con il rigore produttivo franciacortino. La maturità delle uve e il loro tenore zuccherino permettono di effettuare la spumantizzazione senza bisogno di liqueur de tirage, è lo zucchero dell’uva che “lavora”, senza quindi l’aggiunta di zucchero di canna per la fermentazione in bottiglia. Lo spumante affina poi sui lieviti per circa 12 mesi ed è imbottigliato con dosaggio extra brut.
La 2021 è la terza annata e ne sono state prodotte 10mila bottiglie.
Il Bolgheri Bianco Lungocosta
Nel cimentarsi con il bianco, è stato deciso di puntare a un bianco non d’annata, per assimilare il legno e acquisire complessità. Nasce così il Lungacosta, blend di 70% Vermentino con 30% Sauvignon. Le uve provengono dal vigneto Le Bozze, dai terreni sciolti, ricchi di sabbia e limo, particolarmente adatti alle uve bianche.
Il Bolgheri Superiore Caccia al Piano
Nel caso del Bolgheri Superiore, tutto ruota intorno al vigneto di San Biagio che si trova in altitudine, a 180 metri, con terreni dalla tessitura argillosa e calcarea ricca di scheletro, costantemente ventilato. 12 ettari a schiena d’asino, doppia esposizione quindi e una posizione da cui si gode la vista del mare.
È proprio grazie a questo vigneto che Paolo Ziliani si è letteralmente innamorato dell’azienda. Ovviamente gli altri fratelli, Cristina e Arturo, lo assecondano. Da qui provengono le uve per il top di casa, il Bolgheri Superiore che porta il nome dell’azienda e che ha trovato la sua “ricetta” ideale: solo Cabernet, con il Franc che conquista quasi la metà del blend, minore permanenza in legno, ma apporto del legno nuovo importante. Maggiore precisione in vinificazione.
Poi c’è lo storico Bolgheri Rosso Ruit Hora, nato nei primi anni di vita dell’azienda (il 2001 è la prima annata prodotta). Un vino che negli ultimi anni ha trovato anch’esso la sua dimensione concentrandosi su una piacevolezza immediata, un’ottima beva, senza tralasciare però una certa capacità di invecchiamento.
Un occhio alla Franciacorta
Sul fronte franciacortino, vale la pena soffermarsi non fosse altro che per sottolineare l’uscita dell’annata 2013 della Riserva Palazzo Lana Extrême, una riserva che riposa sui lieviti almeno 9 anni cui segue un ulteriore anno dopo la sboccatura e che alla sua uscita segna sempre un momento importante non solo per l’azienda.
Come è stato detto alla presentazione dello scorso aprile, Precious like a secret, siamo davanti alla massima espressione del Franciacorta per la famiglia Ziliani. Tre gli ingredienti necessari per realizzare questo grande Franciacorta: Pinot Nero, tempo, pazienza. Ma possiamo aggiungerne altri due, altrettanto indispensabili: sperimentazione e un pizzico di fortuna per l’andamento climatico.
Ne abbiamo assaggiato tre annate, tutte fredde: la 2013, la 2008 e la 2005, quest’ultima dall’archivio storico, sboccata a la volée.
Benvenuti in Oltrepò Pavese
Per rimanere in tema di Pinot Nero, ricordiamo – notizia di agosto 2023 – l’acquisizione in Oltrepò Pavese di Vigne Olcru, a Santa Maria La Versa. L’azienda possiede una cantina modernissima e, pur proponendo vari vini, è focalizzata sulla spumantistica. Siamo curiosi di vedere cosa farà qui la famiglia Ziliani.