Stiamo parlando del Grave di Stecca di Primo Franco, uno straordinario spumante da uve Glera prodotto nella zona di Valdobbiadene, che non si vuole chiamare Prosecco, ma potrebbe in ogni annata.
Perché capita questo? Perché un grandissimo vino che potrebbe chiamarsi Valdobbiadene Prosecco Superiore rinuncia al suo nome? Il Grave di Stecca di Primo Franco, che è un leggendario produttore a Valdobbiadene e fa vini strepitosi con la Docg di riferimento (come I Nodi o Le Rive di San Floriano), non si avvale della Docg.
Accadde per il Vino Monfortino nel Barolo, che non era Barolo Doc fino agli anni Settanta, per il Tignanello in Chianti Classico, che era solo vino da tavola prima che istituissero le Igt, e ora questa meraviglia enologica che non è un Prosecco Docg, essendo invece il vino più valido e rappresentativo della sua area di produzione.
Certo, su Romanée Conti non c’è scritto Borgogna in etichetta, e neanche Vosne Romanée. Anzi, il comune di Vosne, come tutti quelli della Côte d’Or, ha integrato il suo nome con quello della vigna migliore della zona, Così Gevrey è Gevrey Chambertin, Chambolle è Chambolle Musigny e via dicendo.
E se Valdobbiadene divenisse Valdobbiadene Stecca? Forse i francesi erano e sono troppo avanti. Intanto se vi va assaggiate questa meraviglia. Altro che “prosecchino”.